FORUM
elenco partecipanti dal 03/12/00 al 01/07/01

 

 

 

 

3/12/00 Andrea Marin
4/12/00 Oliviero Orlando
4/12/00 Antonio
4/12/00 Claudia
4/12/00 Marina
4/12/00 Roberto
4/12/00 Maurizio
4/12/00 Enrico
4/12/00 Paola
4/12/00 Claudio Caramel
5/12/00 Marta
5/12/00 Sergio
5/12/00 Anonimo
9/12/00 Claudio Caramel
9/12/00 Geno
9/12/00 Giovanni
9/12/00 Matteo
11/12/00 marco
16/12/00 Franco
16/12/00 Gina
16/12/00 Rossella
16/12/00 Paola
16/12/00 Andrea
16/12/00 Antonio
16/12/00 Anonimo
16/12/00 Massimo
17/12/00 Gabri
17/12/00 Claudio Caramel
17/12/00 Silvia B
21/121/00 Andrea Maragno
21/121/00 Paola
26/12/00 Massimo
27/12/00 Filippo B.
27/12/00 Carlotta
27/12/00 Antonio Lambertini
28/12/00 Claudio Caramel
29/12/00 Antonio Lambertini
29/12/00 Anna C
31/12/00 Mario
3/01/01 Giovanni
6/01/01 Paolo detto Polli
11/01/01 Francesco LV
12/01/01 Fabio
12/01/01 Filippo AN
16/01/01 Cristiana
16/01/01 Matteo
17/01/01 RobertodettoBobo
17/01/01 Paolo Z
20/01/01 Anna dd
20/01/01 Jò 666
20/01/01 Claudio Caramel
23/01/01 Virginia P.
28/01/01 Ale CC
28/01/01 Caty
28/01/01 Sergio
28/01/01 Mirko
28/01/01 Claudia
30/01/01 Chiara
3/02/01 Adda Julian
3/02/01 Anonimo
3/02/01 Tony S
3/02/01 Marco G
3/02/01 Jo 666
10/02/01 Paolo
11/02/01 Enrico
18/02/01 Giovanni
19/02/01 Gianna P
19/02/01 Claudio Caramel
21/02/01 Anonimo
21/02/01 Andrea
27/02/01 Paola Raffa
28/02/01 Tony
28/02/01 Claudio Caramel
1/03/01 Marco
4/03/01 Michele Sernini
4/03/01 Giovanna
4/03/01 Claudio Caramel
8/03/01 Marco d
10/03/01 Jenny
16/03/01 Federico
17/03/01 Antonia
17/03/01 Webarc
22/03/01 Luciano
22/03/01 katy
09/04/01 Rosy C
17/04/01 Emilio
22/04/01 Claudio Caramel
22/04/01 Maurizio
26/04/01 Gigi Minozzi
05/05/01 Virginia Z.
05/05/01 Stefano
05/05/01 Webarch
06/05/01 Cristiana D
06/05/01 Corto Maltese
06/05/01 Caterina
07/05/01 Cluadia
10/05/01 Simone
11/05/01 Giusi
18/05/01 Roberto
20/05/01 Niksurfer
20/05/01 Claudio
20/05/01 Gloria
20/05/01 Sergio D
20/05/01 Nina
20/05/01 Elisabetta
20/05/01 Angelo Z
20/05/01 Giovanna
20/05/01 Sofia
20/05/01 SILVYH
20/05/01 Cristina C
20/05/01 Susanna C
25/05/01
27/05/01 Leopoldo D
27/05/01 Andrea
28/05/01 Chiara
28/05/01 Massimo
04/06/01 Webdesigngiorgia
12/06/01 Mario
12/06/01 Oliver
12/06/01 Leo
14/06/01 Michela
16/06/01 Cesare L
16/06/01 TOMSURFER
16/06/01 Sergio P
16/06/01 Gabri
16/06/01 Gian Antonio
16/06/01 Daria e Tom
16/06/01 Cesare
16/06/01 Angela
17/06/01 OdYssey
17/06/01 Finsurfer
17/06/01 Tiziana P
17/06/01 Romano
17/06/01 Helèna
17/06/01 Luca F
17/06/01 Linklì
17/06/01 Ivana P
20/06/01 Anonimo
23/06/01 Luna
23/06/01 1973-jak
23/06/01 effe01
23/06/01 TAUSK
23/06/01 aut 186
23/06/01 Linkad43
24/06/01 EGON80
24/06/01 Jan
24/06/01 Marina
24/06/01 Kri
24/06/01 Ale
24/06/01 Silvia CC
26/06/01 Luna
29/06/01 4GROUP
29/06/01 Gina
30/06/01 GiovanniG
30/06/01 DANZ
30/06/01 ARTHUR COTT
30/06/01 Renata
01/07/01 Fabio SARG
01/07/01 Corrado

 

 

partecipanti dal 07/07/01 al 24/07/01

 

 

 

 

 

 

 

 

07/07/01 mila
07/07/01 isabella
07/07/01 jenny
08/07/01 GRILLOPARLANTE
08/07/01 LORENZO C.
08/07/01 sandro d.
08/07/01 chicca
16/07/01 Silvia CC
16/07/01 Fink
16/07/01 Enzo
17/07/01 Ombretta
17/07/01 Franco Z
20/07/01 Luigi P
22/07/01 Tommy C
22/07/01 Valeria D
22/07/01 Roberto O
24/07/01 Arthur
24/07/01 Silvia
24/07/01 Marco Martin 1b
24/07/01 Marcello A
24/07/01 Monica WW

 

 


 

Andrea Marin

  Ciao Claudio, trovo molto interessante questo sito, la possibilità di leggere o scaricare un libro da internet, mi sembra che una volta tanto cultura e tecnologia vadano perfettamente d'accordo Tra l'altro attraverso i links si vive ancor più la sensazione di essere nei luoghi che descrivi, forse più che con una semplice fotografia tra le pagine di carta. Una sola domanda: il libro è già in libreria o è un esperimento di pubblicazione virtuale?  

 

 

Oliviero Orlando

  Ciao Claudio, ho visto pubblicato il sito constatando la velocità di apertura, che ho apprezzato in quanto navigatore assiduo del web.Adesso quando avrò un pò di tempo inizierò finalmente a leggerlo, magari stampandomelo un pò per volta.A presto  

 

Antonio

  A proposito di democrazia, predominio dell'economia, del "grandioso e terribile secolo XX", ti segnalo l'articolo apparso ieri 3 dic 2000 sul corriere della sera intitolato:"Democrazia e denaro-la società dei nuovi indifferenti" di Claudio MAGRIS.  

 

 

Claudia

Sono arrivata alla fine del quarto capitolo. Vorrei capire perchè Jaco non vule firmare isuoi quadri.

 

 

 

Marina

La malattia mortale di una società diretta a grande velocità verso la globalizzazione è l'ecclissi del pensiero e della politica.

 

 

 

Roberto

Ma se le leggi,la burocrazia,tanti vincoli e tanti regolamenti hanno prodotto ciò che abbiamo sotto gli occhi, allora non è meglio il liberismo e la deregulation?

 

 

 

Maurizio

Jaco sostiene che la espansione vorticosa della città produce spaesamento. eppure la biennale architettura di quest'anno proponeva unpercorso proprio attraverso il caos delle metropoli, indicando delle vie, deicontributi di comprensione...less aesthetics more ethics. cosa ne pensate?

 

 

 

Enrico

Sarei molto curioso di sapere cosa pensa Jaco della biennale arch. 2000. mi piacerebbe che l'autore commentasse alcune forzature che mi è sembrato di vedere tra i padiglioni dei giardini a s'elena. per quale ragione gli architetti e gli urbanisti cercano di trovare del buono dove invece è sotto gli occhi di tutti quanto di mostruoso è stato fatto negli ultimi decenni? per quale ragione non si pensa di abbattere come dice Jaco? perchè si continua ad espandere la città distruggendo gli ultimi avanzi di territorio invece di inventare una nuova qualità urbana nelle periferie???

 

 

 

 

Paola

Vorrei tanto conoscere questo Jaco. vorrei andare a trovarlo e non credo proprio che parlerei d'arte con lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

Claudio Caramel

Vi ringrazio di questi primi contributi. Cercherò di ragionare un po' più a fondo sulla biennale architettura e di rileggermi i cataloghi, dato che io ne sono uscito con una sensazione leggermente diversa. Credo sia stato un contributo interessante ed innovativo. D'altronde, pur non condividendo tutti i contenuti, per una volta si è dato spazio a molti giovani, e di tutto il mondo; per una volta si è ritornati a ragionare su concetti, come dal titolo, oramai scomparsi dal vocabolario comune. Chissà che non si riesca una volta tanto a trovare una dimensione di confronto e di discussione che travalichi ed attraversi trasversalmente una crisi della disciplina architettonica oramai divenuta persino incontrollabile. Si potrebbe dire: tu chi sei per parlare così? Giusto, ma sono in molti a sostenere che l'architettura è caduta irrimediabilmente in una crisi tanto profonda da metterne persino in discussione le leggi più fondative. Ho letto da poco un articolo di DA! L CO' che non mi è sembrato molto tenero...Nel libro ho segnalato un altro articolo di RENZO PIANO che s'intitolava città di diffusa incultura...Credo quindi di poter sostenere liberamente e civilmente che il declino dell'architettura e della città sia una delle peggiori tra le tante eclissi di un'epoca che stenta a delinearsi, di un'epoca ove il degrado culturale cresce al crescere del benessere. A presto.

 

 

 

 

 

Marta

vorrei capire cosa pensate della proliferazione smodata e convulsa di oggetti di design e delle loro copie e delle loro brutte copie e dei loro falsi. come fare per fermare questa invasione e cosa fare se si sta studiando per diventare un designer?

 
     
 

 

Sergio

Nel nuovo millennio i designers dovranno pensare a connettere tra loro le idee per mettere un po' di civiltà nella produzione e perf cercare una via che ci porti sempre più verso uno sviluppo sostenibile. questo credo il il nuovo progetto da perseguire.

 
 

 

Anonimo

Storicamente il mito dell'eremita è sempre esistito. ricordate plinio il giovane? se Jaco è un eremita del 2000, allora si potrebbe dire che attraverso la rete il concetto storico di eremita si modifica...o meglio chi è collegato in rete può essere un eremita?

 
 
 

 

Claudio Caramel

il nostro piccolo forum ha tagliato l'allineamento di partenza. ho letto l'articolo di Magris sul Corriere e ringrazio Antonio della seglalazione,dati i contenuti e la qualità del testo.Ma oggi vorrei concentrarmi su una parola che usa Sergio. CONNETTERE. Nel libro l'intelligenza connettiva,l'avvento della web-society, DERRICK DE KERCKHOVE,dice che siamo passati dal secolo della collettività al secolo della connettività. Ecco perchè sarebbe bello ed estremamente interessante, ora che siamo partiti, sviluppare una connessione tra noi e tra voi perchè questo luogo di incontro si trasformi in un piccolo spazio di libertà per coloro che desiderano inviare i loro pensieri, i loro contributi e perchè no i loro scritti. La casadiJaco,per quelli che avranno la pazienza di arrivare alla fine, dovrebbe così trasformarsi in uno spunto per proseguire nei ragionamenti. Così sarà possibile mettere in rete un contributo più vasto, differenziato e complicato. Arrivare al! la prima boa, dopo la partenza, è difficile. Buona navigazione a tutti.

 
 

 

Geno

Ho finito di leggere il libro da pochi minuti e credo che le mie prime impressioni "a caldo" possano essere leggermente confuse. Pochi anni fa mi alzavo al mattino dal letto battendo lemani e dicendo:"Bon! Oggi c'è tanto da fare!". Pieno di enrgie scattavo in piedi convinto che al termine di una giornata intensa di studi e di lavoro potesse appagare il mio senso di gioia. Un piccolo problema, una piccolissima domanda, una minuta questione che mai presi in considerazione fece tremare la mia immagine di realtà. Come un fantastico orologio al cesio, un maledetto gene tra i miei cromosomi scattò! e mi chiese: "Si ma...perchè fai tutto questo?" Questa è la domanda + bastarda che gli amminoacidi del mio corpo riuscirono a formulare!!! Svincolando il quesito cercai la risposta in soluzioni quasi considerate assiomi come: "perchè mi rende orgoglioso, mi fa sentire in sintonia con me stesso, ecc." La domanda era più profonda di quanto pensavo, e le mie risposte non erano altro che paraventi con i quali nascondermi! Oggi credo di essermi dato una risposta abbastanza vicina alla verità e che finalmente fa girare con un "canto" migliore gli ingranaggi della mia psiche. Oggi mi alzo alla mattina e sono contento! Passerò la giornata con altre persone con cui CONDIVIDERE lavori e studi e poter così godere di una autentica Umanità. Sento il dovere, assieme ai miei amici, di appoggiare e diffondere il pensiero libertario di Peter Kropotkin: "...in QUALSIASI circostanza la SOCIALITÁ è il più grande dei vantaggi nella lotta per l'esistenza..." Kropotkin credeva fervidamente nella solidarietà umana perchè tutto nella sua natura lo predisponeva ad essere atratto da questa idea. Ringrazio Jaco, che se pur non condividerà a pieno la mia tesi, rimane per me un nuovo riferimento nella mia piccola ricerca interiore! Geno saluta! P.S. Saluti anche alla Raffa!

 
 

 

Giovanni

per quale ragione Jaco non firma i quadri?

 
 

 

Matteo

vorrei capire le ragioni per cui Jaco rinuncia così definitivamente alla pratica professionale e con tale animosità nei riguardi degli architetti, pur avendo esercitato per tanti anni e pur avendo una visione così alta dell'architettura. potrebbe comunque dare il suo contributo attraverso scritti e articoli.

 
     
 

 

marco

Ciao Claudio, ho letto il libro tuttodunfiato e poi con calma mi sono fatto un giretto nel sito.Come dire: semplice ed onesto, a chiudere un cerchio euritmico con "Jaco" e la sua splendida casa. La casa di Jaco è veramente bella e se non fosse sufficiente la descrizione, deliziosa nella sua semplice minuziosità, gli schizzi a matita e le foto confortano appieno. La casa di Jaco è bella perchè è sana, perchè vi si svolgono attività e riflessioni che ti fanno alzare la mattina, come dice Geno nel forum. Uscendo dal Salone del mobile il primo dei pensieri mio e non solo, è per il legno, per gli alberi sacrificati a questa fiera dell'impossibile che differenza coi gesti precisi per la catasta dei ciocchi per la Casa.Eppure, e tutto questo lo dimostra, non è detto che il "turbocapitalismo" abbia ragione... Per finire un titolo, scontato ma... eccolo: Henry D. Thoreau "Walden".

Per Claudio: complimenti, davvero, per il libro come ho già detto delizioso (le descrizioni dei luoghi la casa, la natura, i gesti hanno l'andamento lento e sicuro del passo di montagna) ma anche e soprattutto per l'accensione di un colloquio fra progettisti senza frontiere (studiosi, professionisti, studenti...) sui temi tabù della civiltà occidentale PRODUCI-CONSUMA-CREPA. a presto ciaociao M.

 
 

 

Franco

Come dice geno qui nel forum il valore più alto è la socialità... sarebbe veramente interessante approfondire quanto la socialità virtuale di Jaco e sua seconda casa, quella in rete,possa davvero sostituire quella reale. Mi sembra che il prof. Sernini nel suo bellissimo "FUGGIRE O RESTARE?" sostenga che, proprio nel periodo in cui la nuova tecnologia digitale si sta diffondendo, aumenti con essa il desiderio di interazione sociale...certo c'è anche da dire che, oggi, i luoghi dove la gente si ritrova sembrano costruiti più per convogliarla verso l'alterazione o l' acquisto, piuttosto che verso l'incontro ed il confronto.

 
 

 

Gina

Sono una studentessa e sono nata in Grecia. Oggi vivo e studio a Milano. Amo Jaco perchè vuole fare le cose bene. Sembra stupido, ma fare cose del tipo cataste di legna o quadri, coltivare e dar da mangiare alle bestie o gestire il suo sito internet, tutto ciò è accomunato dal suo approccio profondo, sensibile e solidamente pragmatico; dal suo approccio rivolto verso la qualità tutta interiore di fare ed imparare nel miglior modo possibile. Io amo Jaco perchè avrebbe tante cose da insegnarci ed invece se ne sta lassù ad imparare lui un nuovo modo di pensare e di realizzare le cose. Grazie Jaco per quello che dici e che pensi.

 
 

 

Rossella

L'altro giorno ho sentiro al telegiornale che il Papa ha lanciato un messaggio in cui chiedeva agli uomini di rispettare la terra e non di saccheggiarla. Era tanto tempo che non leggevo più un libro se non per passatempo, così attraverso la lettura della casa di Jaco ho ritrovato la voglia di ricominciare a leggere cose che vadano al di là del semplice intrattenimento. Spero tanto che questo forum possa davvero diventare un buon punto d'incontro tra quelle persone che come me si sono rinchiuse in un rifugio, non così bello come quello di Jaco, ma altrettanto lontano da tutto. Si può essere tremendamente isolati anche in città, come ci fa capire anche il testo "FUGGIRE O RESTARE?", e come bene ci fa capire anche caramel quando nel libro dice che vive facendo dei brevi viaggi di andata e ritorno verso la socialità solo per approvigionarsi di ciò che gli serve per sopravvivere. La solitudine urbana è peggiore di quella di Jaco, perchè in città, il tempo non è quel! lo della natura, ma quello,estraneo, dell'affarismo e dell'affannosa rincorsa al successo personale. Le strade affollate e puzzolenti delle nostre città sono l'immagine che meglio raffigura la solitudine urbana: ognuno dentro la sua automobile, uno contro l'altro, per trovare spazio. Certo sarebbe bello poter fare come Jaco, ma credo che la maggioranza di noi sclererebbe in pochissimo tempo. Io sarei terrorizzata, quì posso decidere una sera di andare in discoteca, mi vesto, mi trucco e vado... poi magari faccio qualche stupidaggine, e per un po' di tempo sono a posto. Ma lì, in quel posto fantastico, ci voglione le palle. Penso che Jaco dovrebbe raccontarci ana un sacco di cose.

 
 

 

Paola

Non voglio ancora inviarvi il mio cognome e neppure il mio e-mail perchè è la prima volta che partecipo ad un forum, non ne ho mai visti altri per cui non so nemmeno come comportarmi. Certo avrei tante cose da dire. La casadiJaco mette sul piatto un bel po' di spunti su cui si potrebbe ragionare insieme: per ora vi prego di indicarmi qualche sito su cui andare a cercare altri forum sui temi della casadiJaco, dato che la vostra pagina dei link è ancora in costruzione. un saluto particolare all'autore, che, a vederlo in foto sembrerebbe molto più giovane ed allegro di come invece si autorappresenta nelle pagine del libro. Perchè siete così delusi e pessimisti, perchè non tentate di accettare come ho fatto io, e di buon grado, che ormai la riflessione, l'arte, l'architettura, la cultura insomma, non ha più spazio in questo tipo di società incentrata sul consumo di massa? Perchè non provate a progettare calandovi dentro a quei meccanismi che rifiutate come facendo un' immersione e non provate a guardare quanta bellezza invece c'è intorno a noi anche nei prodotti più commerciali? Io ho imparato a fare così e trovo molte cose buone e molte cose da fare, senza per questo condividere totalmente i modi di questà società politica ed economica. L'altra sera ho visto alla televisione Babylonia che dopo averci mostrato la grande abbuffata ha concluso mostrandoci ciò che non si può comprare: la fede e la spiritualità religiosa. Credo che se Jaco si impegnasse con la stessa intensità che utilizza per le altre cose anche a coltivare e a nutrire la sua fede, credo che allora troverebbe ciò che cerca.

 

 
 

 

Andrea

Mi piacerebbe tanto sapere se i dialoghi sono un'invenzione letteraria dell'autore o se davvero si sono verificati e se davvero esisteJaco oppure anche lui è un personaggio di fantasia?

 
 

 

Antonio

Il mio non è proprio un commento bensì una provocazione. tra fuggire e restare in mezzo ci sta qualcosa di importante: BISOGNA BATTERSI come dice Jaco verso la fine del libro.

 
 

 

Anonimo

Penso proprio che sia il caso di ripensare seriamente alla possibilità di rinunciare al consumo, non per fare s.francesco ma per costruire delle crepe e magari qualche crepaccio tra le vie della globalizzazione.

 
 

 

Massimo

Iio credo che la distruzione dell'ambiente in cui viviamo corrisponda in modo limpido alla nostra incapacità di organizzare una civiltà seria e libera per tutti. Non è possibile credere che l'uomo sia così cieco, è necessario ed urgentissimo correre ai ripari.

 
 

 

Gabri

E' domenica mattina, finalmente un po' di pace. Ha appena suonato una signora della parrocchia a chiedermi i soldi: come per una tassa ho dovuto firmare un registro con nome e cognome. Credevo fosse un'offerta volontaria, d'altronde anche loro devono adeguarsi, come tutti noi del resto. beato chi se ne sta lontano. chissà se da Jazco fa già molto freddo e quanta neve ci sarà, per fortuna da lui nessuno suona il campanello la domenica mattina...

 
 

 

Claudio Caramel

Sul tema che propone Geno, e cioè quello della socialità, direi che non ci sono dubbi: Jaco non ha eliminato la socialità nel suo esperimento antropologico e nella sua ricerca di una "buona dimora personale", bensì utopicamente è alla ricerca di una socialità nuova ed alternativa a quella che prima non trovava soddisfacente o peggio riteneva almeno impropria e spesso insopportabile. Jaco si alza al mattino felice di dover fare tutte quelle cose che cerco di descrivere nel libro e va a letto la sera con quella piacevole sensazione che si ha quando si sa di avere un lavoro da terminare o continuare il giorno dopo. Io credo che Jaco condividerà pienamente la tesi di geno, il livello di interazione sociale, nel caso del protagonista del libro, è diverso da quello che si può vivere in una città, meno elettrizzante ma al contempo molto molto profondo. C'è da capire se la interazione attraverso il sito e la rete può essere definita soc! ialità oppure no. Attendo il vostro parere. Ringrazio Marco e tutti gli altri che inviano i loro pareri e contributi. QUESTA SETTIMANA E' MOLTO IMPORTANTE PER LA CASA DI Jaco: ABBIAMO INFATTI APPENA PUBBLICATO IL SAGGIO DEL PROF. MICHELE SERNINI INTITOLATO "FUGGIRE O RESTARE?". SERNINI CI PROPONE UNA ILLUMINANTE RIFLESSIONE CHE SPERO LEGGERETE CON ATTENZIONE, CI OFFRE UNA INTERESSANTE BIBLIOGRAFIA E CI REGALA UN TESTO DI STRAORDINARIO INTERESSE ED ATTUALITA'. RICORDO SERNINI ALL'UNIVERSITA' E POI DURANTE GLI ANNI SUCCESSIVI DURANTE I QUALI HO CONTINUATO A SEGUIRLO, A FREQUENTARLO E SOPRATTUTTO A LEGGERLO. CI HA INSEGNATO A GUARDARE LA CITTA', A CERCARE DI CAPIRLA, A CERCARE DI STUDIARLA, A LEGGERE LE TRASFORMAZIONI ATTRAVERSO MODALITA' DEL TUTTO NUOVE. CENTINAIA DI STUDENTI CHE HANNO AVUTO LA FORTUNA DI SEGUIRE LE SUE LEZIONI HANNO GRAZIE A LUI TROVATO STRADE NUOVE PER RAGIONARE, PER PENSARE E PER STUDIARE. OGNI VOLTA CHE DEVO SCRIVERE UN ARTICOLO, UNA RELAZIONE DI PROGETTO! , UN TESTO SU TEMI RIGUARDANTI LA CITTA', E ANCHE SU ALTRI, I SUOI LIBRI ED I SUOI SCRITTI SONO PER ME IL PRINCIPALE RIFERIMENTO E LA PRINCIPALE FONTE DI STUDIO E DI CITAZIONE. PER QUESTO E' UN GRANDE ONORE PER ME POTER PUBBLICARE IN ANTEPRIMA IN QUESTO SITO ""FUGGIRE O RESTARE?"", ED AL PIU'PRESTO LO INSERIREMO NELL'AREA DOWNLOAD, CORREDANDOLO ANCHE DI UNA ESAUSTIVA NOTA BIOGRAFICA E BIBLIOGRAFICA SU QUESTO PENSATORE, CHE HA IL SOLO TORTO DI ESSERE SEMPRE STATO IN ANTICIPO E QUINDI ANCH'EGLI SI E' DOVUTO SEMPRFE SCONTRARE CON L'INCOMPRENSIONE TIPICA DEGLI ARTISTI PIU' INNOVATORI. UN MAESTRO PER MOLTI DI NOI ED UN AMICO.

 
 

 

Silvia B

"FUGGIRE O RESTARE?"?. Bella domanda, che fare? CHI NON CE LA FA PIU' DOVE LA TROVA LA FORZA PER FUGGIRE? Si continua sotto gli occhi del grande fratello a vivere una vita indirizzata da altri, controllata da altri, manipolata da altri. Nemmeno la rete sfugge al controllo, anzi il grande fratello telematico spia tutto e tutti, chiunque ne abbia l'autorità può leggere la tua posta elettronica...A questo punto meglio usare i vecchi metodi, forse il piccione viaggiatore resta il migliore, per comunicare e per parlare tra noi. Siamo disarmati e fragili, come tante piccole tesserine che corrono su di un rullo in mille direzioni diverse ma convogliate e ripercorribili. "FUGGIRE O RESTARE?" tra le pieghe di tanta tracotante inquietante civiltà del benessere, "FUGGIRE O RESTARE?" tra le pieghe della grande abbuffata sulla tovaglia sporca tra le briciole?

 
 

 

Andrea Maragno

Jaco dice:"..l'espressione artistica nasce all'interno della quotidianetà, per poi sovvertirla in una trascendente liberazione..."Subito a me è venuto in mente un tema a me molto caro e riconducibile al significato di quotidianetà: esiste un punto di incontro tra la forma e il concetto nella normalità-quotidiana?e soprattutto è possibile trovare nell'industrial design, produttore di oggetti funzionali-quotidiani,una "trascendente liberazione"quale un concetto sentimento?E' possibile trovare un nuovo linguaggio formale e sostanziale allo stesso tempo?Può valere lo stesso principio caratteristico-soggettivo in un oggetto?La liberazione può veramente esistere nella quotidianetà oggettiva industriale?quante domande...però forse esiste una risposta..cosa ne penserebbe Jaco?

 
 

 

Paola

ho ritrovato sernini. naturalmente, come è sua abitudine anticipa tutti. è stato lui a consigliarmi, anzi a spedirmi, il numero 204 di Modo dove ho conosciuto Jaco. è un maestro, il professore, anticipa, e nessuno lo ascolta. ma neanche io lo ascolto. legge la città e i suoi abitanti, quando cammina per strada, nelle metropoli europee o nei piccoli paesi della sicilia, fumando. con quell'aria distratta e veloce e sembra non accorgersi di nulla, ma studia, e studia la città. forse, il professore, Jaco lo farebbe vivere in una grande metropoli, al centro della città, magari in una casa reale progettata da un famoso architetto.

 
 

 

Massimo

Sono andato a visitare il Parco Naturale del Paneveggio ed ho pensato a Jaco.

 
 

 

Filippo B.

L'architettura della casa di Jaco utilizza alcuni principi delle antiche arch. popolari di montagna ma contemporaneamente utilizza un impiantistica simile a quella di una barca a vela. Quante similitudini tra la montagna ed il mare, quanti uomini alla ricerca di libertà, quanti sogni per tutti quelli che non hanno la possibilità di andarci per davvero. grazie a Jaco che mi fa sognare.

 
 

 

Carlotta

Sernini dice che nei periodi bui i più intellettuali si rifugiano nella nicchia di sempre, e cioè l'arte e la filosofia. e così fanno anche i due protagonisti del libro. spero davvero che sia così come dice il professore, ma le nicchie che vedo intorno a me sono di tutt'altro genere.

 
 

 

Antonio
Lambertini

Ho letto le prime pagine del libro con intensa attenzione e piacere. Mi sento fin dalle prime righe in sintonia con il tipo di approccio alle questioni trattate. Pensieri ed argomentazioni si mischiano con un sentire profondo fatto di cose semplici e vere. Mi devo ancora addentrare nel vivo del racconto, da cui sento verranno stimoli importanti, intanto invio queste prime impressioni.

 

 

 

 

Claudio Caramel

Guardo fuori e vedo un bosco innevato...Leggo il nostro forum e trovo molti pensieri interessanti... trovo Paola, ammiratrice di Sernini, e che vorrei ritrovare presto tra queste righe; trovo Andrea Maragno che ci propone alcune domande filosofiche alle quali cercherò di rispondere(ci devo pensare un po' su') e molti altri... ma oggi devo parlare di un argomento per me importantissimo e spinoso. Lo spunto viene da FilippoB ma soprattutto dal messaggio di Antonio Lambertini: non conosco Filippo B. ma conosco Antonio. E' un giovane architetto, da poco mi ha confidato che il sabato e la domenica dedica il suo tempo a ristrutturarsi una piccolissima casetta a nord del lago perchè gli piacerebbe moltissimo riuscire a passare lì la maggior parte del suo tempo...ma è anche un forte velista. Ecco, alcune persone mi hanno fatto notare una mia lontananza dal mare e dalla barca nella casa di Jaco, e mi hanno chiesto il perchè. Mi è difficile dare una risposta esaustiva, data la fondamentale importanza che il rapporto col mare riveste nella mia vita.In questi giorni, grazie alla lettura del nuovissimo libro di Dominique Charnay "MOITESSIER La via delle isole" (ed.Mursia) ho trovato ciò che cercavo per dare una spiegazione a questa apparente assenza del mare dal mio ragionamento. Nella mia carriera di velista, a dire il vero assai precoce, ed in relazione anche all'attività di scuola vela d'altura esercitata per molti anni, oggi condotta dai miei fratelli e da altri amici, il guru-riferimento-maestro è sempre stato per me Moitessier. Nutro per lui una sconfinata ammirazione, e la lettura di questo magnifico e commovente libro su di lui, dà ancora maggior rilievo alla figura di questo scrittore-pensatore-navigatore-utopico e pragmatico ecologista ante litteram. Vi trovo scritto dell'amicizia tra il navigatore e Tom Neale, forse il più interessante tra gli eremiti del Pacifico, e delle frequentazioni nell'atollo Suvarov tra i due straordinari ! personaggi. Cito dal libro: "costui aveva trovato nella splendente solitudine di Suvarov l'armonia necessaria per essere felice...perchè la vita vi scorre con la cadenza voluta da Dio quando creò il sole per riscaldarci e i frutti per essere colti..." Fu proprio Tom Neale ed il mitico lavoro svolto a Suvarov ad iniziare Moitessier alle tecniche di lavorazione della terra... dice il navigatore:"...quando ci sono tornato la quinta volta, ho visto che Suvarov era diventato un atollo magico...lì un uomo aveva partecipato alla creazione del mondo, in tutta semplicità, con le mani, con coscienza e coraggio, con la sua pala magica ed il suo machete magico, con sudore e amore..." Da lì partono le sperimentazioni utopiche in Polinesia per le piantagioni e la difesa del cocco ed il rinboschimento e le successive crociate di Bernard per la piantumazione degli alberi da frutto nelle cittadine di tutta la Francia...scopro dal libro dell'amicizia con un altro mitico navigatore ed eremita: Le Toumelin. Cito ancora una frase proprio di Le Toumelin: "...prima di essere marinai si è uomini, non è vero? Solo che la navigazione ci riporta a condizioni primordiali. E' importante fare questa esperienza di spoliazione. Del resto io qui continuo a vivere come se fossi a bordo della mia barca. E non ho mai una lira in tasca, non mi serve, non esco mai...non potrei più sopportare la città...confessa di essere tuttora molto stupito della risonanza del suo giro del mondo. Come nel caso della Lunga Rotta di M. s'era trattato soprattutto di un'avventura interiore...l'unica grande navigazione è quella dell'anima..." Ecco che piano ci avviciniamo alla mia risposta citando ancora M.:"...la vela è una religione, ha i suoi riti. Se fa bello, fa bello.Se c'è vento c'è vento. E se non c'è vento, si aspetta, si sorveglia. Hai fame, mangi. Hai sete, bevi. Ti prende sonno, dormi. E' una scuola di pazienza. Bisogna saper ascoltare la barca. Capisci?..." E tutto ciò non v! i sembra incredibilmente assonante con i pensieri di Jaco e con il suo modo di vivere? E tutto ciò non vi sembra tremendamente lontano dal modo di tanti di affrontare il mare? E dalle banchine dei marina così piene di funambolici racconti di straorzate con lo spi a quaranta nodi di vento e venti di velocità? L'avventura della navigazione è sempre stata per me un'esperienza interiore di avvicinamento alla natura, anche quando regatavo... Oggi ho parlato di Jaco in alta montagna perchè lui è molto più vicino allo spirito degli uccelli d'alto mare di molti che ci vanno in alto mare senza capire davvero ciò che stanno facendo, o meglio, forse sono io che non capisco questo nuovo modo di navigare.

 

 

 

 

Antonio
Lambertini

Tutti abbiamo uno Jaco nella coscienza. Magari in fondo, sotto una moltitudine di detriti accumulati nel tempo. Fortunati sono quelli che sanno che c'è, più fortunati quelli che riescono a parlarci, incontrandolo lungo i sentieri della vita. Da Jaco c'è tanto da imparare. Io credo che l'importante sia avere un colloquio costante con lo Jaco che abbiamo dentro. Poi, sulla scelta di rimanere o restare ..beh, quella è del tutto personale e soggettiva, non credo ci sia una risposta che valga per tutti. Sul concetto di socializzazione penso che quella tramite i nuovi mezzi di comunicazione sia un pò come l'area monofunzionale nei confronti della città storica. Come la città è una entità complessa fatta di sovrapposizioni multiple, così pure la socializzazione è una esperienza che non si può banalizzare, fatta anche di elementi di distrazione o disturbo, intimamente legata all'eperienza della percezione (dove entrano in gioco tutti i sensi). Ciò non deve però impedirci di riscoprire nelle nostre vite momenti e "condizioni primordiali", se questi danno aumentano il senso alla nostra esistenza.Ciao Claudio, ti scrivo dal lago: i miei ruderi, a 700mt. più sù, alla fine del bosco di castani, sono coperti di neve e attendono di essere abitati.

 

 

 

 

Anna C

Jaco sostiene con Rigoni Stern che anche i lavori più semplici ed umili come fare una catasta di legna, se sono fatti bene e con amore, lasciano una testimonianza umana ed antropologica importante quanto le attività più elevate. Sono daccordissimo con lui, e credo che se si applicasse con più serietà questo semplice concetto, tanto intorno a noi migliorerebbe.

 

 

 
Mario

E' il 31 gennaio 2000, fra poco entreremo nel terzo millennio sperando che il 2000 abbia portato qualche buon consiglio agli speculatori-inquinatori-palazzinari-mercenari-distruttori che pur avendo attraversato la porta santa per purificarsi continuano come niente fosse nelle loro attività. BUON ANNO A TUTTI VOI DEL FORUM LA CASA DI JACO.

 

 

 

 

Giovanni

Se jaco non condivide il trattamento che i nostri politici ed amministratori hanno riservato alle nostre città ed al territorio, allora forse farebbe meglio ad attivarsi nella partecipazione civile invece che rintanarsi in alta montagna, oppure ha perso definitivamente la speranza che le cose migliorino?

 

 

 

 

Paolo detto Polli

Caro,carissimo "comandante", ho atteso l'anno nuovo non tanto per accedervi, ma per meglio osservare l'interno della casa. Ne sono affascinato ed assieme alla non numerosa famiglia ci apprestiamo sia a leggere il libro che a diventare frequentatori abituali del bellissimo sito.Buon anno a tutti!

 

 

 

 

Francesco LV

Salve, sono Boo23, webmaster di Uragano.net volevo complimentarmi con Lei per il sito e per il libro e volevo informarLa dell'avvenuto inserimento nel motore di ricerca di lacasadijaco.it nella sezione Generali... ArrivederLa

 
 

 

Fabio

La casa di Jaco è un libro difficile da digerire per un architetto che si appresta ad esercitare... ma effettivamente devo ammettere che da questa lettura ho imparato a guardare la città, le periferie, le strade ed i quartieri in un modo diverso. io credo, come claudio del resto, che ci sia spazio per migliorare le cose, per difendere la buona architettura, per reinventare la città nelle "periferie derelitte", per indirizzare gli amministratori, insomma per costruire bene il futuro delle nostre città.

 
 

 

Filippo AN

Credo che la cosa più importante sia fare le cose bene, come dice Jaco. bisogna impegnarsi per difendere la città e l'ambiente, bisogna cercare di rispettare le regole e non guardare ad un metro di distanza. per questo Jaco ha proprio ragione ad incazzarsi tanto, perchè in realtà succede di tutto e nessuno dice niente sulle nostre maltrattate città ed il nostro povero pianeta.

 
 

 

Cristiana

Ho appena finito gli esami di architettura e devo fare la tesi di laurea. ho letto il libro, e ne sono rimasta sia affascinata che sconcertata. Ci fate capire che lo stato dell'arte non è proprio così positivo come sembrerebbe leggendo altri libri o riviste. certo il fatto che il libro sia scritto dall'Arch. Caramel, lo rende ancora più perentorio, dato che molti studenti analizzano nelle riviste le pubblicazioni dei suoi lavori. Accetto in toto le provocazioni e me ne associo, anche se mi piacerebbe venisse fuori un seguito.

 
 

 

Matteo

Ho consigliato ad alcuni amici la lettura della casa di Jaco, ma non tutti hanno internet o sanno usare il computer. a quando la pubblicazione su carta?

 
 

 

Roberto detto Bobo

Salve a tutti. qui si parla di tante cose importanti...ma qualche volta sarebbe bello poter dire o scrivere anche qualcosa di più leggero...ma secondo voi jaco, se esiste, è felice oppure no?

 
 

 

Paolo Z

Jaco dice che l'arte nasce attraverso un processo di trasformazione della quotidianità per realizzare qualcosa che prima non c'era. e che l'atto crativo è un processo di spoliazione, di purificazione. la sua quindi è una visione spirituale?

 
 

 

Anna dd

Il mito di robinson torna alla ribalta con l'ultimo successo cinematografico in questi giorni nelle sale, caramel scrive la casa di jaco, sernini scrive fuggire o restare. molti se ne vanno davvero in barca, o nei borghi, o in altri paesi... che cosa sta succedendo? i quiz sovrastano la tv, i cartelloni pubblicitari di berlusconi e rutelli sono praticamente uguali, le periferie delle città sono tutte uguali, le soubrettine tutte uguali, i giornali quasi tutti uguali, i telegiornali quasi tutti uguali... è finita l'epoca delle idee? grazie a caramel e a jaco che cercano di proporci un modo di ragionare e un approccio profondo.

 
 

 

Jò 666

Ho trovato questo sito per caso da un portale. sono un architetto e conoscevo qualche opera di caramel vista su interni ed altre riviste. è stata una sorpresa questa della casa di jaco. credo che molti di noi si pongano le domande che i due intellettuali si pongono nei loro dialoghi, a dire il vero in qualche caso un po' difficili. è una sorpresa accorgersi che un architetto pubblicato si ponga certe domande, infatti pensi che con la pancia piena poca voglia resti per la critica. BENE, sono contento di avervi trovato. contribuirò presto al forum, con un mio ragionamento sulla distruzione della città ed il degrado della politica.

 
 

 

Claudio Caramel

Ciao a tutti. oggi cercherò in poche parole un modo per dare un suggerimento ad andrea maragno:userò alcune frasi di ENZO MARI che come dice Mendini è la coscienza critica di tutti noi designer. Il maestro in gioventù studiò affresco ottenendo un ottimo risultato a fine corso. Poi si recò a vedere la Cappella Sistina: "...mi stesi a terra e rimasi a guardare gli affreschi per ore. davanti a tanta bellezza m'immalinconii: non sarei mai riuscito a fare altrettanto... potevo al massimo diventare il Michelangelo degli stecchini..." e ancora:"...io lotto per dare dignità al lavoro pur sapendo di dovermi scontrare con un gigantesco karaoke che in ogni campo invita a canticchiare la banalità...la mia speranza è di rivolgermi a giovani veramente arrabbiati per aiutarli a emergere da questa marea di cretinismo, ma anche alla gente comune sperando che capisca quale sia ormai la ridondanza della merce...non c'è espressione creativa che non nasca da una lotta estrema,! da una battaglia percepita come una questione di vita o di morte..."(da un intervista di Valeria Numerico). Credo che non ci sia nulla da aggiungere, meglio di così non riesco a trovare per indagare su ciò che mi chiedi. e grazie.

 
 

 

Virginia P.

Grazie a Jaco perchè mi fa sognare.

 
 

 

Ale CC

jaco è un personaggio interessante, tanto vorrei sapere se esiste o se è un\'invenzione fantasiosa di caramel. poi vorrei tanto sapere, visto che c\'è il forum, se il sito internet descritto nel libro è rintracciabile e a quale indirizzo

 
 

 

Caty

Cari claudio e jaco, spero che le cose possano migliorare, che le galapagos non muoiano, che non ci venga a tutti il morbo della mucca pazza, che non arrivi un\'altra alluvione, che non scoppi un\'altro cnr pieno di sostanze dubbie, che le bombe che hanno scaricato in adriatico non rovinino quei quattro pesci che ancora sono rimasti...spero che le cose migliorino, e spero che altri come voi abbiano voglia di parlarne e di diffondere un po\' di ragionamenti.

 
 

 

Sergio

Peccato che non si possa leggere il libro anche su carta, comunque grazie della possibilità di lettura gratuita.

 
 

 

Mirko

Vorrei avere maggiori informazioni bibliografiche su Michele Sernini, e vorrei trovare il sito di jaco.

 
 

 

Claudia

Faccio seguito al mio primo messaggio e dopo aver finito il libro ho capito perchè jaco non firma i suoi quadri, anche se mi sembra una cosa molto dolorosa per un pittore. I livelli di "connessione" che l\'eremita del 2000 tiene in piedi con la rete, con la pittura, con le sue amicizie e con la scrittura sicuramente modificano il suo essere solo in un modo nuovo di essere soli. Probabilmente, come già detto da altri nel forum, attraverso tutto ciò non è più possibile definire jaco come un\'eremita. Spero che si possa continuare a tenere in piedi questo spazio e che si possa ampliarlol sempre più. Grazie.

 
 

 

Chiara

Jaco interverrà mai in questo forum? chissà se lui da lassù lo legge.

 
 

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Adda Julian

Ciao. Ho letto questa lunga riflessione sul senso della professione di architetto (e mi sembra anche di leggere tra le righe che lo stimolo a questa riflessione sia nato dallo scatto del millennio, forse un ennesimo tentativo di esorcizzare il passaggio del millennio, atavica paura del numero tondo). Qualcuno nel forum si chiede se Jaco esista oppure no; mi stimola di più pensare invece che Jaco sia un alter ego dell\'autore, che abilmente lo situa in montagna piuttosto che in navigazione continua nei mari (intendo questo fisicamente); viste le lunghe esperinze veliste dei Caramel, sarebbe stato troppo banale. Molto spesso, leggendo soprattutto la parte iniziale, la riflessione immediata portava ad alcune caratteristiche del buddhismo: l\'importanza delle piccole cose, della manutenzione, della ripetizione apparentemente ossessiva di gesti o attività (senza arrivare alla loro ritualizzazione e perdita di significato), e attraverso questi la costruzione di un rapporto intimo con la natura. Tutti elementi questi che sono scivolati via dal nostro vivere quotidiano, e che spesso inseguiamo e cerchiamo di recuperare (e che, come scrivi, si possono ritrovare in navigazione) (ed infatti ad un certo punto si accenna ad un inizio di studio delle religiioni orientali). Mi sembra anche che Jaco viva con grande contraddizione la questione del "Fuggire o restare", fuggendo dal mondo ma restando saldamente ancorato ad esso attraverso la rete ed i suoi meccanismi di funzionamento. Fuggire assomiglia sempre troppo ad una resa, a quel ritirarsi nella torre d\'avorio da dove si può commentare e giuidicare senza essere presenti, e quindi senza assorbire sulla pelle gli umori che cambiano. Restare abbisogna di molto più coraggio, ma se nel restare si riesce a costruire anche una piccola quantità di qualità, quel coraggio è ben usato. Si parla anche di socialità, di condivisione, e ci si chiede se quella che vive Jaco, l\'interazione attraverso la rete, sia una vera socialità. Si potrebbe definire una socialità fredda, molto mediata dalla riflessione, dai tempi dilatati della traslazione del contatto (come il tempo che si impiega per scrivere questo commento, più lungo di una normale conversazione vis-a-vis, aggiunto al tempo della successiva lettura e risposta). Di contro l\'uomo è abituato ad una socialità calda, immediata; e di questo ci si può rendere conto quando riflettiamo sul fatto che anche gli incontri social-virtuali in rete arrivano sempre, in un secondo momento, all\'incontro fisico per vedere l\'altro, per scoprire a quale entità fisica corrisponda il virtuale che si è incontrato. (Nei miei percorsi non ho avuto occasione di leggere Sernini, anche se un suo libro occhieggia sempre nella mia biblioteca, credo che questa sia l\'occasione giusta finalmente per leggerlo).

 
 

 

Anonimo

jaco se ne è andato. come lui molti altri a loro modo inventano nuove vie per distaccarsi da un modo di vivere che non soddisfa. non penso che cercare di farfe le cose bene sia sufficiente per tentare di cambiare, è necessario che tutti noi provino a dire qualcosa, a rendere pubblico il proprio dissenso ed il malessere con cui si convive se non si condivide appieno ciò che ci circonda. l\'autore del libro ci propone con un certo coraggio una riflessione che provoca indubbiamente nel lettore un pensiero ed un ragionamento. la rete digitale ci permette di parlare e di collegarci in modo da sostenere certi dubbi e da confrontarci. io penso che il mito storico dell\'eremita a causa dei nuovi mezzi di connessione si stia trasformando velocissimamente in direzioni del tutto diverse. credo con jaco che si possa riuscire a stare fuori dal vecchio mondo stando dentro al nuovo mondo. poi ognuno di noi nel nuovo mondo troverà le sue nicchie, come dice sernini. per i desi! gner l\'unica cosa seria che resta da fare è inventare cose ed oggetti capaci di morire dignitosamente senza inquinare, attraverso contenuti, forme, materiali nuovi, ingtelligenti, sostenibili. mi è piaciuto tantissimo il discorso di caramel sul forum quando ci racconta di moitessier. così leggendo l\'altro giorno un\'intervista al già citato mari che finisced dicendo che il miglior progetto che gli viene da citare è quello di un contadino che pianta un bosco, in quel momento ho pensato a suvarov e moitessier, ai suoi alberi da frutto ed alle siepi vive...

 
 

 

Tony S

Ho appena letto il suo articolo su MODO "e-book", credo che sarebbe veramente ottimo se si riuscisse davvero a mandare a scuola i ragazzi con un lettore elettronico dove dentro stanno tutti i vocabolari ed i testi. Perchè voi designers del forum della casa di jaco non provate a disegnarne di belli ed ergonomici? Questo sarebbe di sicuro un buon esempio di design intelligente.

 
 

 

Marco G

Mi piacerebbe che Caramel approfondisse la sua risposta ad Andrea Maragno. Non mi è del tutto chiara la citazione di Enzo Mari, e non capisco bene il significato delle frasi riportate in relazione ai dubbi di Andrea.

 
 

 

Jo 666

Qualche tempo fa ho visionato un piano regolatore di un paesotto. Sicuramente si trattava di un bel progetto.Dopo un anno ho sovrapposto al progetto il piano entrato in vigore ed ho trovato che una via principale, pensata per scaricare il centro dal traffico pesante, era stata deviata con un tortuoso percorso completamente assurdo. Abbiamo interpellato i vari assessori e varie associazioni e gruppi politici e si è scoperto che la deviazione era provocata dal fatto che un'area speculativa ne sarebbe risultata leggermente danneggiata. Poi siamo andati a fondo e si scopre che la società proprietaria annovera tra i suoi soci un paio di amministratori locali. Ecco: fino a che gli interessi generali non ritorneranno a prevalere sugli interessi di pochi politici privi di progetto ma ansiosi di far soldi, nulla potrà cambiare. Penso che siano gli strumenti della nostra urbanistica, la troppa burocrazia e la complessità delle leggi che hanno provocato la distruzione della città. Bisogna cambiare strumenti.

 
 

 

Paolo

Il libro ci propone una riflessione-provocazione sull'architettura, l'arte e l'ambiente che purtroppo non trova riscontro alcuno in ciò che abbiamo intorno. i due politici in battaglia elettorale parlano, parlano ma nulla è venuto fuori sui mestieri, sull'artigianato, sulla difesa SERIA DELL'AMBIENTE, SULLA DIFESA DELLE CITTA'. spero che leggano in molti le riflessioni del forum e del libro, così da far capire che siamo in tanti e distanti dai due leader.

 
 

 

Enrico

Quando Jaco dice che è ora di frenare e che bisogna lavorare a togliere ha ragione. Purtroppo però tutto ruota intorno alla necessità di aumentare lo sviluppo perchè il consumo e la produzione si possano autorigenerare a vicenda. E' a dir poco spaventoso che si continui in questa direzione senza che nessuno tra quelli che contano prenda una direzione diversa; mi piacerebbe tanto se tra gli intellettuali che hanno spazio si creasse una convergenza per combattere questa idea distruttiva di sviluppo.

 
 

 

Giovanni

Nel forum molti parlano di architettura e design, ma io credo che sia molto importante tutto ciò che riguarda la natura e l'ambiente. il libro ci descrive una ricerca utopica e simbolica.

 
 

 

Gianna P

Come mai tra le migliaia di promesse elettorali dei nostri politici non si sente mai parlare delle nostre periferie?

 
 

 

Claudio Caramel

Ciao a Tutti. Vi ringrazio per i vostri interventi. Jo 666 ci racconta una storia purtroppo molto comune. Frequentemente accade che i progetti vengano deturpati..., spesso già in fase di stesura le pressioni e gli interessi speculativi divengono " insormontabili " ostacoli... Concordo pienamente con lui sulla necessità di individuare nuovi strumenti e nuove modalità operative per progettare l'assetto futuro delle città e del territorio oramai martoriato da politiche di sviluppo cieche ed incoscienti. E' necessario confrontarsi, studiare, ragionare per individuare una strada comune a tutti ove conciliare le istanze dello sviluppo con quelle della salvaguardia del territorio. E' necessario fermarsi al più presto, tirare il freno a mano e rallentare, bisogna inventare la città nella città stessa, nelle sue aree periferiche, nelle zone industriali e artigianali, nelle aree dismesse, sul già costruito. Grazie a Julian Adda, che già mi era capitato di leggere e con attenzione tra le pagine della rivista dell'ordine Architetti Padova. Relativamente alla richiesta di Marco G credo sia chiara la mia posizione relativamente ai dubbi di Andrea : anche progettare un oggetto da produrre industrialmente comporta un'espressione creativa interiore come dice Enzo Mari, solo che essa nasce, si sviluppa e si concretizza attraverso linguaggi, procedimenti, tecniche diverse rispetto ad altre discipline artistiche. Tutti i nostri straordinari maestri ( Castiglioni, Mari, Zanuso, Magistretti, Ponti, Scarpa, Munari, Sotsass e molti altri...), ciascuno per la sua strada e con la sua storia, tutti ci hanno lasciato opere, progetti, idee, invenzioni, oggetti capaci di " sovvertire la quotidianità " . Castiglioni nella sua lampada più famosa ha utilizzato un faro della 500, Magistretti in gioventù ha reinterpretato oggetti comuni e popolari come la sedia a sdraio, Zanuso col telefono Grillo ha inventato 30 anni prima gli attuali cellulari, Munari con la scimmietta di gomma e fil di ferro ha ironicamente " inventato " il giocattolo della società industriale...

 
 

 

Anonimo

Siamo un piccolo gruppo di studenti in architettura e vorremmo sapere cosa ne pensate dell'evaquazione dell'edificio in centro a padova, causato dallo scavo per l'esecuzione di un grande parcheggio sotterraneo.

 
 

 

Andrea

I giornali di oggi sono pieni di articoli sull'edificio di Padova pericolante per un intervento speculativo e spericolato. La natura si ribella quando l'uomo esagera.

 
 

 

Paola Raffa

Eccomi. sono stata lontana da questo sito per un pò di tempo e solo ora mi accorgo di essere stata invitata a partecipare ancora. ho letto i commenti ed il web-libro anche se ho saltato alcuni passaggi, frasi, ecc. ma vado sempre di fretta. mi sembra molto interessante l'eterogeneità e la varietà dei commenti e delle discussioni, cosa non possibile in una reale conferenza. ma l'autore non coincide troppo con jaco? non dà tutte le risposte di jaco? allora il protagonista di questa stoia è reale, vive in un mondo reale? "jaco" è forse il sogno dell'autore? ... cito Hanif Kureishi "viene spesso chiesto agli scrittori se la loro opera sia autobiografica. Mi sembra una domanda starna, in un certo senso superflua - da dove dovrebbe nascere l'opera se non da se stesi?" da qualche tempo studio la casa dell'uomo, in questo momento la casa degli arabi dove ogni gesto architettonico riflette un atto sociale. jaco sogna la sua casa lontana dalla realtà caotica della città, moheddin sogna la stessa realtà attraverso un'antenna parabolica posta al centro della corte della sua casa. entrambe sognano di .... fuggire.

per gli studiosi della città e dei suoi abitanti segnalo il sito www.sernini.net

 
 

 

Tony

Ancora sul fatto che gli interessi privati prevalgono su quelli pubblici...il fatto di padova è emblematico: una cinquantina di posti auto a 50 milioni scavati nel posto sbagliato hanno provocato gravi danni ai cittadini e messo a repentaglio la vita di alcuni di essi. MI SEMBRA GRAVISSIMO!

 
 

 

Claudio Caramel

Grazie a Paola oggi abbiamo eseguito il link al sito del prof. Michele Sernini, dove troverete testi, articoli, saggi, bibliografie, biografia e molto altro. Gli scritti di Sernini, come già detto, sono un punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che vogliono e che cercano di capire le trasformazioni delle città e del territorio; che vogliono e che cercano di capire molte altre cose, vi invito a visitare il sito e soprattutto a leggerne il contenuto: vedrete ad esempio che già negli anni 80 il professore scriveva saggi sulla città telematica e si interrogava in modo illuminante sulle possibili mutazioni provocate dall'avvento dell'era digitale...chi vorrà potrà trovare molte risposte a dubbi e domande espresse anche qui nel nostro forum. ALLE RICHIESTE SULLO SCAVO DEL PARCHEGGIO A PADOVA RISPONDERO' FRA' POCHISSIMO. PER ORA MI SENTO SOLO DI DIRE CHE QUELLE PASSATE SONO STATE DELLE BRUTTE SETTIMANE: TRAGICI FATTI DI CRONACA, DEPRECABILI STRUMENT! ALIZZAZIONI POLITICHE, ESAGERATE AMPLIFICAZIONI MASSMEDIOLOGICHE...DA NOVI LIGURE, AI MORTI DI PADOVA, AL "BUCO NELL'ACQUA", FINO ALLA BOLLA EMINEM POCO SPAZIO CI RESTA PER CERCARE DI CAPIRE PERCHE' E' TUTTO OCCUPATO DALLE DEMAGOGICHE TENZONI TRA I POLITICI E DALLE REGOLE COMMERCIALI DEGLI INDICI DI ASCOLTO. Per parte mia, mi sento ferito e tramortito dalla tracotante ed arcaica mitragliata di luoghi comuni che mi ha colpito in questi giorni. A prestissimo.

 
 

 

Marco

Sullo stato delle nostre città sarebbe bello fosse possibile una partecipazione dei cittadini alla progettualità. mi sembra che il prof. de carlo abbia in passato sperimentato con successo qualcosa di simile. quando jaco parla della dittatura del mercato la dice tutta sullo stato attuale delle cose. spazio per noi non esiste più.

 
 

 

Michele Sernini

Vedo che dalla Sicilia Paola Raffa, architetto, una persona che mi è molto cara, ha mandato alla casa di Jaco l'indirizzo del mio sito Internet, che è stato lanciato in rete pochi giorni fa. Mentre ringrazio Claudio e Paola delle belle parole, spero sempre che la lettura di qualcuna delle mie cose possa servire anche ai frequentatori del Forum, giovani e meno giovani, per qualche aggancio alla complessità del mondo e della società e al senso della realtà, in un momento nel quale invece l'idea di appartenenza a culture prevalentemente di nicchia ha un largo seguito. Quanto a Padova, vedo dai giornali che in questi giorni viene celebrata per una grande mostra d'arte, sicchè non esistono solo squallide cose!

 
 

 

Giovanna

Jaco sostiene che la nostra società è in declino perchè le regole dell'economia hanno preso il sopravvento su tutto e su tutti. oggi ho sentito i telegiornali ed ho letto i giornali, dato che è domenica e c'è un po' di tempo: mi sembra che l'obbiettivo dei nostri politici sia lo sviluppo ed il liberismo. come la mettiamo?

 
 

 

Claudio Caramel

"un buco nell'acqua".

CCaramel risponde alle richieste di pareri sul cantiere di Padova che ha provocato gravi danni agli edifici circostanti.

 

 

 

Marco d

Come dice l'autore del libro jaco è un po' il simbolo di coloro che rifiutano "la cultura prestazionistica". Ma come si fa oggi a non far parte di questo modo di essere? Si rischia di rimanere fuori della mischia e di perdere la battaglia ancora prima di cominciare, dato che la competizione è aspra a tutti i livelli. Certo sarebbe bello come dite "lavorare a togliere", ma mi sembra veramente molto difficile, se uno vuole sopravvivere.

 
 

 

Jenny

 

Jaco ci fa capire che è possibile sottrarsi alla competizione arrivistica senza sottrarsi alla complessità, come dice Sernini: Grazie a jaco e all'autore.

 
 

 

Federico

 

Il vero nemico oggi per tutti è il liberismo economico. E' importante il contenuto del libro perchè allarga i suoi orizzonti dall'architettura fino ai problemi più generali e ci fa capire bene quanto l'esasperazione del "turbocapitalismo" possa portare a pericolosissimi risultati per tutti.

 
 

 

 

Antonia

Vorrei sapere come mai l'autore ha deciso di pubblicare questo libro solo in formato elettronico, perchè, anche se siamo in parecchi in questo forum, credo che sarebbe bene venisse pubblicato anche su carta. Così molte persone che non hanno internet potranno comunque leggerlo. Credo che il formato elettronico e quello cartaceo non siano contraddittori tra loro. Ho letto l'articolo di Caramel e-book, e ho trovato dei ragionamenti stimolanti, ma sono sicura che la casa di jaco debba trovarsi anche in libreria. Comunque grazie della possibilità di lettura gratuita offerta da questo sito ed un salutone a tutti gli amici del forum.

 
 

 

Webarc

Ciao a tutti. sono felice di avervi trovato. Ho da poco finito il libro. adesso devo pensare un po', poi vi scriverò perchè ho tante cose da dire. Intanto grazie. mi fa piacere aver trovato uno spazio libero dove si parla di architettura, città e natura.

 
 

 

Luciano

Jaco è il simbolo di un disagio che proviamo in molti, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale. Spero si riesca a prendere una direzione buona per cercare di costruire una nuova filosofia del design che contempli seriamente i nuovi problemi legati all'ambiente. Ciao a tutti.

 
 

 

katy

Vi ho trovato tra le news di designitalia, e grazie a loro ho potuto leggere gratuitamente questo libro sul futuro del progetto e del mondo. Mi ha aperto delle nuove prospettive di comprensione di tutto ciò che ho intorno. Anch'io, come altre qui nel forum vorrei tanto conoscere jaco, se davvero esiste; ma anche fosse inventato come dice antonio lambertini egli esiste dentro di noi, ciascuno di noi ha il suo jaco di riferimento. E' bello sapere che ci siete, continuerò a venire qui nel forum. Vi abbraccio tutti.

 
 

 

Rosy C

Ciao a tutti. ho appena finito di leggere il libro, e vorrei dire che i due artisti pensano come me, mi sento più vicina a caramel che verso la fine lascia delle speranze. Grazie, e speriamo di ritrovarci dopo le elezioni.

 
 

 

Emilio

Caramel e jaco sostengono che è necessario rifondare un concetto di normalità e di semplicità sia in architettura che in altre discipline. sono d'accordo con loro.

 
 

 

Claudio Caramel

Adesione di Claudio Caramel ad "APPUNTI PARTIGIANI" di Marco Paolini ed altri.

 
 

 

Maurizio

Un saluto a Jaco e a Claudio Caramel, che forse sono la stessa persona. Nella parte finale del libro si parla di nuove architetture accettabili. Credo che qualcosa si possa trovare, con la lente d'ingrandimento, almeno spero e non vedo l'ora che l'autore ce ne segnali alcune al di fuori delle riviste.

 
 

 

Gigi Minozzi

Caro Claudio non hai idea di quanto mi faccia piacere partecipare al Forum, è un pò come essere a casa; ho ritrovato firme di amici comuni e temi a me cari. Da tempo, infatti, sono "fuggito" da Padova per rifugiarmi nel mio eremo siciliano .... quante cose mi accomunano a Jaco, anche se non così radicalmente. Da ormai sette anni vivo e lavoro vicino a Siracusa e non mi sono affatto pentito della scelta fatta. Qui al sud il "continente" è veramente lontano, con i suoi frastuoni e le sue assurde frenesie. Ogni tanto (spesso) ritorno a Padova e devo ammettere che è cambiata molto, ha perso molti dei suoi luoghi o, forse, ho dovuto riconoscere il mio "non aver più luogo" a Padova. Ciò che più mi ha colpito nei miei frequenti ritorni è che la città ed i suoi spazi oggi sono diventati "smisurati", spazialmente esagerati; la retorica banale degli spazi dedicati alle auto ha contaminato linguisticamente ogni luogo, con risultati a dir poco mostruosi. E' proprio vero per "ri-trovarsi" bisogna essere capaci di mollare gli ormeggi e partire, per poter vivere l'emozione del ritorno. Prossimamente vi racconterò alcune cose che ho trovato (o ri-trovato) nei luoghi siciliani, che mi hanno sinceramente accolto. Un caro saluto a tutti.

 
 

 

Virginia Z.

Ciao a tutti. Sono anch'io siciliana come altri che hanno partecipato a questo forum e come gigi sento una meravigliosa lontananza. Ho letto tutto il libro e devo dire che questa lunga riflessione e il saggio di sernini mi hanno molto stimolato e mi hanno aperto nuove vie di ragionamento. Jaco è un grande e ci fa sognare, coi suoi lavori, con i suoi pensieri, con la sua scelta radicale. Mi piacerebbe avere questo testo tra i miei libri in biblioteca, avvertitemi quindi se verrà pubblicato anche su carta. grazie a tutti, sono felice di avervi trovati.

 
 

 

Stefano

Cari amici di jaco, vedo che siamo in tanti. questo mi fa particolarmente piacere perchè questo è un luogo virtuale di incontro e credo anche di condivisione di alcuni concetti di dissenso verso un mondo che prende direzioni incomprensibili. Lla garbata opposizione che ci propone l'autore e tutti isuoi dubbi sono anche nostri. Voglio personalmente ringraziarlo di aver inserito il banner della festa a milano organizzata da paolini. Grazie a questo forum ci sono andato ed è stato bellissimo.

 
 

 

Webarch

Gli spunti che ci propongono Jaco e caramel sono molto interessanti per chi come me frequenta una scuola di design dove il marketing la fa da padrone tra gli insegnamenti. Tenterò di parlarne con i miei docenti e chiedo l'autorizzazione all'autore di portare una stampa del testo insieme al libro di enzo mari come mia tesi di laurea.

 
 

 

Cristiana D

Grazie a tutti voi mi sento un po meno sola. Avete dei suggerimenti per una giovanissima designer che non trova lavoro?

 
 

 

Corto Maltese

Jaco l'eremita potrebbe essere il protagonista di un film sul dissenso verso la società del libero mercato globale e contemporaneamente potrebbe essere una specie di maestro virtuale per quelli che come me se ne vogliono andare.Io me ne andrò in barca a vela verso il pacifico questa estate e credo che, se tutto andrà bene, non tornerò più, dato che come jaco ho venduto tutto per partire. Anch'io come lui avrò la possibilità di rimanere in contatto con il web, e quindi tante similitudini ci accomunano. Mi avete fatto capire molto bene che, se ne avrò voglia, potro con il computer comunicare con tanta gente. Questa è una modificazione epocale per uttti i navigatori, per gli "uccelli d'alto mare", per i nomadi e tutti gli eremiti. Credo che la solitudine, quella vera, sia quella delle metropoli.

 
 

 

Caterina

Ciao a tutti voi. Volevo solo dirvi che amo jaco ed i soui pensieri. E' fantastico. Lo aspetto con ansia almeno in questo forum.

 
 

 

Cluadia

Anch'io sono tra quelle che vorrebbe tanto cheJaco intervenisse nel forum.

 
 

 

Simone

Spesso amo ritirarmi a riflettere e rilassarmi in qualche giardino di qualche villa veneta o camminare per qualche borgo medioevale...fuggo. Ho da poco finito una ricerca sulle ville venete del '500 e mi sono reso conto visitandole di quanto abbiano perso dignità. L'urbanizzazione le ha sfregiate, strade e fabbriche le anno stritolate senza ritegno. Nessuno più si accorge e riesce a vedere quanta "bellezza" ci circondi. La casa di jaco potrebbe essere una sintesi di bellezza in quanto completezza e semplicità. Ma mi chiedo chi salverà la casa di jaco se le cose andranno avanti così. Il libro di Claudio mi riempito di dubbi, ma allo stesso tempo schiarito le idee su come investirò i miei sforzi per il futuro. Lottiamo!

 
 

 

Giusi

Ciao a tutti. Ho molto imparato da questa lettura. Porterò il libro alla discussione di laurea. Vifarò sapere. Vi abbraccio

 
 

 

Roberto

Ciao. Grazie a tutti voi, perchè con il libro ed il forum ho trovato un posto nuovo da frequentare.

 
 

 

Niksurfer

Mi occupo da due anni di web design, dopo la laurea in arch. questo ragionamento sul mestiere di progettista, sul futuro e sull'era digitale è molto stimolante e ricchissimo di spunti su cui discutere. è molto attuale, pieno di suggerimenti, e mi sembra anche molto interessante per la complessità di temi sovrapposti ed intersecati tra loro, in stile rete globale ma con grande attenzione. Sarebbe bello se i progettisti si ponesseero con la stessa profondità di pensiero e li esorto a partecipare al forum perchè magari noi giovani osservatori possiamo interfacciarci con loro in modo libero ed orizzontale. ciao.

 
 

 

Claudio

Sono anch'io un navigatore che come CORTOMALTESE e altri mi trovo nella fase organizzativa della mia dipartita. mi hanno parlato di questo libro, e così ci ho dato dentro e l'ho letto. Mi avete dato una nuova energia, perchè grazie a jaco ho ben capito che si può rifiutare senza rinunciare, che si può star soli senza più completa solitudine intellettuale, che si può godere nel far bene le cose, snza partecipare alla distruzione del pianeta, che si può vivere in una nicchia di opposizione dolce senza far parte di gruppi politici. questa estate vi scriverò dalla mia barca che grazie anche a voi ho organizzato in maniera tecnica per poter usare internet, cosa a cui avevo prima rinunciato. Ora so che in questo mondo virtuale c'è gente che ragiona come me.

 
 

 

Gloria

Lavoro in un grande studio di design industriale. l'altro giorno il capo mi ha beccato sul computer a leggere il libro, e si è incazzato di brutto. questa mattina mi ha chiamato dicendomi che ha letto anche lui il libro. stranamente gli è piaciuto. dico stranamente perchè credevo fosse un tipo diverso. allora ci ho pensato. Il libro è una provocazione approfondita, anche se gentile, sul nostro futuro, e ci offre su un piatto una serie complicata di quesiti contrapposti che ci riguardano tutti, indipendentemente dalle nostre idee. ora che gli italiani hanno scelto il centro destra, alcuni temi di questo libro diventano di un attualità sconcertante. da simone a gigi a corto maltese, ciascuno trova una ragione per scrivere, anche se sono ragioni così diverse tra loro. Il libro è come una metafora del processo progettuale dove aspetti contrastanti devono convivere.

 
 

 

Sergio D

Cerco aiuto perchè non trovo la mia strada di progettista.Mi sento terribilmente frustrato da una incomprensione e da un'arroganza che pervade tutto e che toglie spazio a chi non ce la fa ad essere commerciale ed aggressivo. Qui si vive come in trincea, la guerra quotidiana per la sopravvivenza è atroce. sono contento di avervi trovato, questo è uno spazio di pausa e di riflessione che mi ha dato molto.

 
 

 

Nina

Jaco, sei fantastico. ti penso. a volte mi ritrovo a nominarti come fossi un amico e parlo di te alle mie amiche. non m'importa se ci sei davvero o se sei l'alter ego dell'autore, per me esisti, mi fai sognare, mi fai pensare che un giorno forse anche io troverò la mia isola...

 
 

 

Elisabetta

Ciao claudio. ho letto tutto il libro e tutti i messaggi di questo forum.Cosa penserà jaco delle dichiarazioni sull'energia del presidente americano? Adesso anche Berlusconi ci proporrà le centrali nucleari? Mio Dio, sono spaventata, per anni ho lottato per difendere un piccolo borgo protetto dalla cementificazione, oggi credo che non ce la faremo più, chi ci ascolterà più. Forse il Papa è colui che può dire qualcosa contro il libero mercato.

 
 

 

Angelo Z

Vi invio il mio risentimento verso un mondo dove, invece di dare delle regole per frenare lo sviluppo distruttivo, dall'america all'italia, si sceglie al contrario di liberare sempre più l'economia come unica detentrice di tutte le regole. questo mi spaventa e mi delude profondamente. il libro ed alcuni di voi nel forum vi siete posti questo problema in modo corretto e critico, ma a quanto pare alla maggioranza della gente non è chiaro il legame stretto tra liberismo e conomico e distruzione del pianeta: è possibile oggi sperare in una conciliazione dei saperi come dice il libro, oppure con i nuovi re al potere quest'idea è definitivamente tramontata?

 
 

 

Giovanna

Sono un'ammiratrice di jaco e chiedo a caramel di farci capire cosa ne pensa della volgarità che tutti i giorni la tv ci vomita addosso. Come vostra ammiratrice devo dire che la raffinatezza con cui i due intellettuali discutono tra loro, il loro rispetto reciproco anche quando non sono d'accordo su qualcosa, mi è piaciuta tantissimo.

 
 

 

Sofia

Ho 26 anni e sono una divoratrice di libri d'arte, architettura, design.Vi ho trovati per caso, perchè questo libro non è molto pubblicizzato. è stato bello conoscere jaco, il pittore eremita. io dipingo solo paesaggi di campagna dove, all'orizzonte spuntano lontani i segni della cementificazione: il profilo di un capannone, un ciminiera, uno svincolo... cerco di dire che esiste anche il punto di vista di chi subisce lo sviluppo e non solo quello di chi lo costruisce e lo promuove... jaco mi ha insegnato ad allargare e mettere in crisi i miei orizzonti, proprio ora che mi sentivo di aver trovato un mio paesaggio...

 
 

 

SILVYH

Ciao. vi ho trovati per caso sul trovatore. ho 32 anni, e da sei cerco di progettare qualcosa di buono nel campo dell'arredamento domestico.E' tutto molto difficile, ma una cosa l'ho capita: bisogna studiare e crescere e tendere a migliorarsi continuamente. questo bel libro è un bel tassello e mi ha dato molti stimoli.

 
 

 

Cristina C

Questa lunga riflessione sul lavoro di progettista e sul futuro, ruota anche intorno alle previsioni che l'avvento dell'era digitale ci impone. Credo proprio che Sernini nel saggio introduttivo ci spieghi bene la complessità dei ragionamenti sugli effetti della rivoluzione telematica sulla città ed il nostro lavoro. La casa di jaco credo sia una specie di metafora dei dubbi che assalgono chi come 'autore cerca di ragionare perchè il futuro ci riservi delle speranze. Hai ragione, claudio, quando ci proponi un modo estremamente critico di valutare la situazione che ci circonda e il calo di tensione e di illuminazione verso il basso che ha permeato il progetto negli ultimi venti o trent'anni. Non ci resta che lavorare per sopravvivere, ma è anche ora di dire le cose come stanno al di là dei corporativismi e degli schieramenti politici.Ho apprezzato molto il tuo coraggio e la tua gentile ricercatezza nel dire ciò che in molti forse pensiamo, ma che in pochi! abbiamo la forza di esporre solo per puro opportunismo. Ciao.

 
 

 

Susanna C

Ciao. vi abbraccio tutti, amici eremiti delle metropoli, di montagna e di mare. jaco ci ha trovati, e siamo in tanti, magari un po' più sfigati di lui, ma siamo in tanti. Vi abbraccio tutti perchè io vivo in città e lavoro anche ma in una specie di eremitaggio isolato tra i condomini e le automobili. Qui ci si sente soli e spersi, spaesati come dice il libro. Ora so che siamo in tanti.

 
 

 

Mi chiedo come si possa continuare a diffondere l'idea di sviluppo, quando perfino i premi nobel (vedi corriere di ieri) sostengono che il libero mercato senza regole porta ad abberrazioni. Il libro scritto mi sembra alla fine del 99 già ragiona molto su questo fatto ed è quindi anticipatore di ragionamenti che oggi per fortuna si stanno allargando tra più persone, certo che agli italiani sembra invece vada tutto bene, data la scelta appena fatta.

 
 

 

Leopoldo D

CIAO, vi mando un pensierino di consenso al dissenso che esprime il libro attraverso il dialogo tra l'architetto vero e l'architedtto pentito ormai divenuto eremita. Caramel ci ha insegnato ched si può avere successo professionalmente senza per questo partecipare almeno con le idee alla distruzione del mondo. questo fatto mi da una grande fiducia per il mio futuro di architetto.

 
 

 

Andrea

Quando l'economia di libero mercato è lasciata a sè stessa, senza regole se non quelle del profitto, allora la vita dell'uomo finisce.E così le città, la natura, l'ambiente, la qualità generale nelle cose. quando al convegno di Capaci perfino il govrnatore Fazio si schiera su posizioni di controllo del mercato, allora le proteste del popolo di Seattle vengono legittimate dai pezzi grossi...allora il G8 di Genova con Busch e Berlusconi assumerà un interesse speciale. penso che ciò che più volte ho letto tra i testi di questo forum, a dir la verità un po' lento ma comunque denso di contgenuti, e cioè che anche i designer devono porsi questo problema, questo è proprio vero. chi sono i designer se non coloro che mettono un po' di pensiero e di ragionamento nel prodotto industriale?I designer e gli architetti devono per primi lavorare per uno sviluppo sostenibile.

 
 

 

Chiara

Ciao a tutti. Vi leggo ogni tanto e così trovo qualcuno che la pensa come me.

 
 

 

Massimo

Mi associo agli ultimi messaggi sul ruolo del progettista: credo che il messaggio che ha voluto lasciare questo libro sia proprio questo. I modi di progettare, pensare per il futuro devono davvero confrontarsi con serietà con il concetto di sviluppo sostenibile. Questo è uno dei ruoli che il progettista del 2000 deve assumersi come prioritari.

 
 

 

Webdesigngiorgia

Ciao.Viva chi ha il coraggio di dire la sua e lo fa democraticamente da internet. Claudio e jaco ci hanno dato un esempio.

 
 

 

Mario

Ciao. Sono anch'io un navigatore pronto a mollare gli ormeggi. Jaco è un po' come noi. Lui cerca di far bene le cose, si occupa tutti i giorni di lavori manuali, di manutenzione ecc. ecc. Come noi esplora l'orizzonte con la fantasia. Capisco jaco, e molto bene.

 
 

 

Oliver

Tutto sembra avviarsi verso idee e politiche di turbocapitalismo e di superliberismo. Purtroppo Jaco da lassù può fare poco anche se Caramel con questa riflessione sull'architettura ed il nostro futuro ci ha dato e detto molto. Grazie.

 
 

 

Leo

Il libro racconta storie e ragiona su cose a me tanto care. Montagna, natura, eremiti, ricordi e contgemporaneamente futuro e modi di vivere contemporanei. Jaco è un maestro e cida molti stimoli per ragionare.

 
 

 

Michela

Il libro ed il saggio fuggire o restare del Prof Sernini ricorrono più volte a valutazioni critiche sullo stato dell'architettura oggi in Italia. Anche Casabella ci va giù dura in più occasioni. che fare per noi giovani e futuri progettisti? Come comportarci, dove trovare stimoli e nuovi canali? Mi sembra di interpretare tra le pagine del libro una necessità di studio e di approfondimento sempre maggiore, intrecciata ad un idea di contenimento dello sviluppo. Ma allora che faremo noi nel futuro se l'espansione delle città deve fermarsi?

 
 

 

Cesare L

In questo lungo racconto sull'architettura, il design, l'arte ed il futuro che ci aspetta, secondo me la cosa più importante da comunicare ai giovani è proprio l'approccio secco e garbato sul modo di fare le cose, con intensità, qualità e profondità. Oggi il comune denominatore del denaro governa un'accellerazione del fare e del pensare che produce un livellamento della qualità. Mi domando anche come questo principio di qualità e pensiero approfondito possa essere applicato alla digitalizzazione del mondo ed al trasferimento in internet del mondo stesso. quando jaco fa i suoi lavori, racconta le sue cose e le sue scelte, racconta delle trincee sul Mulaz o di come cerca di organizzare la sua vita di moderno eremita in alta montagna, ci lascia un esempio di grande coraggio e sensibilità e questo contrapporsi della vita lavorativa dell'autore mette in risalto ancora di più quanto tutti stiamo lasciando per strada. sono sicuro che potremo fare molto in ques! to complesso mondo di trasformazioni e di differenze globalizzate ed uniformate dalla cultura televisiva ed economica. Potremo fare per difendere la qualità nel progetto e nel pensiero, per difendere l'ambiente ed i nostri rapporti interpersonali, familiari e con i branchi di appartenenza. L'autore è un progettista di qualità, dobbiamo cercare di avere il coraggio di rinunciare alla quantità e seguire il loro esempio di coraggio, anche se non condivido del tutto alcune riflessioni contenute nei dialoghi del libro. Poi sarebbe bello che questo forum si velocizzasse e si arricchisse, perchè potenzialmente è un luogo virtuale di grande interesse.

 
 

 

TOMSURFER

IL DESIGN INDUSTRIALE E MOLTI DEI SUOI PROTAGONISTI, in questa epoca di consumismo sfrenato, mi sembra sia uno dei maggiori responsabili della mancanza di rispetto per l'ambiente.

 
 

 

Sergio P

Commento la riflessione sul genius loci e sullo spaesamento contiene spunti di novità e di grande interesse. Spesso operazioni di rifacimenti di luoghi urbani ci sono state presentate come proposte di riscoperta di un genius loci perduto. tutte balle. fa bene l'autore a porre dei dubbi e a criticare operazioni di arredo urbano troppo spesso distruttive e sciatte, oltred che viziate da troppo protagonismo degli architetti, tante volte inutili e realizzate dove non servivano, invece che nei luoghi grigi e degradati delle periferie. Vivo in un paesotto del nordest, ormai irriconoscibile. L'unica cosa che ci restava era la nostra piazza ed il sagrato della chiesa. Ora è appena stato approvato un prfogetto di arredo urbano con nuova pavimentazione, panchine, fioriere ecc. ecc. Non serviva a nulla perchè la piazza andava benissimo così: l'aitore ci propone la lettura della ricerca di consenso immediato. Ci ho pensato su ed ha pienamente ragione: questa non è pianificazi! one, non è progetto, non è risoluzione di problemi, è uno spot pubblicitario di una nuova giunta che non ha voglia e capacità di affrontare i problemi veri.

 
 

 

Gabri

Ciao claudio caramel. io invece mi dissocio dalle altre e vorrei tanto poterti conoscere personalmente, perchè, credo che jaco sia dentro di te, così, conoscendo te conoscerei anche jaco. un bacio.

 
 

 

Gian Antonio

Anche dopo questa stimolante lettura, il foglio è vuoto per noi giovani architetti che ci affacciamo nel mondo del lavoro. Le nostre prospettive si riducono sempre di più, se si ha l'ambizione poi non tanto esagerata dopo molti anni di studio, di progettare un'opera pubblica, ci si deve schierare politicamente; se si ha l'ambizione di lavorare per qualche privato facoltoso, si deve far parte di un gruppo sociale legittimato; se si spera di progettare qualche arredo su misura e qualche architettura d'interni, si devono possedere tutta una serie di relazioni con artigiani e professionisti vari. Si, è vero, siamo come dei pulcini sognanti, degli ingenui e fragili giovinastri pieni di sogni ed ambizioni irrealizzabili. Se poi si crede nella libertà di pensiero, nella democrazia e nella partecipazione, tanto peggio, bisognerà ricredersi e vendersi sul mercato come detersivi e prodotti di consumo, adoperati e costruiti da qualcuno per i suoi scopi di successo.! Il foglio è vuoto.

 
 

 

Daria e Tom

Conosciamo alcuni lavori di caramel dalle riviste che divoriamo mensilmente. abbiamo scoperto il libro per caso, e ci chiediamo come mai non sia stato segnalato sulle stesse riviste, che magari pubblicano opere ma non ci sembra siano sufficientemente attente a quanto di importante avviene in questo sito ed in altri siti a contenuto intellettuale. forse internet fa paura agli editori? forse le provocazioni del libro che sembra comunque moderato infastidiscono qualche barone? Architetto, ti aspettiamo ancora tra queste righe.

 
 

 

Cesare

Fuggire o restare? scrive Sernini. io mi interrogo spesso in questo modo, e ciò che sento oggi è che l\'unica possibilità che mi resta è quella di fuggire. Fuggire da una vita che se non sei in carriera sei una merda, che se non sei ricco nessuno ti considera, che se non sei bravo e bello non vali niente...a nessuno importa che magari hai una laurea e sai fare bene delle cose...importa solo il successo veloce, anche se a scapito di altri...d\'altronde gli italiani hanno messo al governo proprio una categoria di uomini che ha sempre basato tutto sulla filosofia del successo a tutti i costi, della ricchezza, del potere... ma quali ideali, quali obbiettivi può avere una classe dirigente come questa? dicono sempre che voglio cambiare l\'italia...e come? dove ci porteranno con le loro idee tese all\'incentivazione esasperata dello sviluppo economico? mi piacerebbe tanto sapere cosa pensa jaco di tutto ciò, ma credo che lui se ne sia andato in tempo per non far pa! rte di questa pagina vergognosa della nostra democrazia. ma la possiamo ancora chiamare così? forse nella rete sopravviveranno spazi di libertà, ma offline la vedo dura. la vedo triste. non ho più speranze e non ho più voglia di lottare per cercare di fare bene le cose come dice jaco, non ne vedo più le ragioni. non mi resta che fuggire.

 
 

 

Angela

Ho studiato lettere e storia dell'arte. oggi ho trent'anni e la lettura è la mia passione più intima. ho letto tutto il libro e tutti i messaggi del forum. sono rattristata dal vedere che tanti giovani architetti e designer, quelli che dovranno progettare il nostro mondo futuro siano così in difficoltà a trovare una strada e stimoli positivi in questo nuovo millennio che di sicuro si preannuncia come straordinario. io sono sicura che si potrà progettare un mondo migliore, e sarete proprio voi che con gli artisti ed i pensatori di tutto il mondo potrete dare i contributi più importanti. si, lo so anch'io che l'economia è il fattore predominante tra i tanti, ma proprio perchè la complessità aumenta, proprio perchè tutto sta mutando alla velocità della luce, ecco proprio per questo gli spazi per i progettisti diventano sempre più interessanti. sono sicura che c'è veramente tanto da fare. guardate quelli che fanno, non sono mica tutti degli stronzi, sapete?! allora anche caramel, ma chi gliel'ha fatto fare di scrivere per voi e per noi questo libro e di pubblicarlo, e di ospitare in un sito un forum come questo? credo che lui pensi che questa sia una cosa da fare per ragionare e per affrontare i problemi. impariamo e diamoci da fare.

 
 

 

OdYssey

Cara michela, si credo anch'io che sia necessario studiare e approfondire al massimo i ragionamenti...a tutti i giovani progettisti spaventati da un futuro incerto e difficile dico che invece avremo meravigliose opportunità, che il mondo sta cambiando e noi inventeremo nuove vie per pensare al progetto, e questo libro, il modo in cui è stato pubblicato, i contenuti ed i dubbi che ci propone ne è un esempio. perchè non pensare ad un contenitore tipo rivista di architettura fatta da noi e non da un editore sulla falsariga del sito di jaco? cosa ne pensate e cosa ne pensa caramel che ci ospita in questo spazio. io metto tutta la mia disponibilità. mi propongo come curatore della pagina sui nuovi materiali. attendo vostri riscontri.

 
 

 

Finsurfer

Il rapporto tra nuove forme di vita isolata e l'uso di internet è un tema di quelli che scottano, sia per gli aspetti positivi che per quelli critici. in fondo come già detto nel forum si può essere per davvero soli anche nella metropoli...e molti di questi individui cercano nella rete nuovi modi di socializzare e di incontro e di scambio di idee. io da surfer positivo della rete non sono tra i pessimisti per il futuro, anzi sono tra coloroche pensano di poter inventare tante cose, senza diventare schiavi della cultura "prestazionistica" come la chiama l'autore. la telematica provocherà cambiamenti straordinari, a noi il compito di dare indirizzi e sterzate perchè questi cambiamenti siano positivi.

 
 

 

Tiziana P

Ciao a tutti. jaco e tutti voi siete dei nuovi compagni di viaggio che ogni tanto vengo a trovare. forse sarebbe ora di far partire una chat tra noi magari su appuntamento? provate a pensarci, caramel sono certa accetterà la proposta. potrebbe anche essere un appuntamento settimanale ad un ora prefissata e comunicata tempo prima sul forum. io ci sarò. baci.

 
 

 

Romano

Iil problema che qui appare spesso della globalizzazione liberista, va affrontato secondo me, con delle proposte serie e fattibili come quella di cui si parla in questi giorni di una "mondializzazione naturale" e non solo economico dirigista. I designer sono attori fondamentali dei processi culturali all'interno delle aziende. ma sono loro per primi che pur di mettere in produzione un oggetto se ne fregano dei processi produttivi, dell'ecosostenibilità, del riciclaggio, del riuso ecc. ecc. Spesso loro invece che portare cultura ed innovazione portano forma e formalismi inutili su prodotti vecchi da rendere attuali. il ruolo dei progettisti insieme ai manager aziendali ed alla proprietà sta invece tutto nel portare innovazione ecosostenibile nei prodotti che così diventeranno appetibili per tutti quelli che fanno parte del consumatore evoluto del nuovo millennio. i nostri figli sapranno distinguere tra chi distrugge il loro mondo e chi si impegna per migli! orarlo, sapranno distinguere anche "l'odore dei soldi" fatti a scapito della società civile e dell'ambiente con quelli fatti per progettare un mondo migliore, sapranno collocare storicamente nel posto giusto tutti quelli che per il successo hanno rinunciato a vedere nel profondo le cose...i nostri figli sapranno costruire un mondo nuovo dove il 900 verrà storicamente relegato tra i secoli bui della storia dell'uomo, e tutti i suoi principali attori e non solo i grandi dittatori nazisti e comunisti, ma soprattutto tutti quelli che sostenuti da un economia allucinante hanno commesso crimini continui verso l'umanità. i nostri figli progetteranno e costruiranno un mondo migliore e ci daranno una brutta lezione di intelligenza. oggi corriamo a tutta velocità verso una meta che non conosciamo: per cosa, per chi? come dice il libro tra gli occhi dei bimbi troverai sempre la bellezza, ecco, è lì che dobbiamo cercare per rifondare una cultura più equa e più dignitosa, tra le pa! gine del vangelo e del corano, tra le parole di coloro che si adoperano per rendere più accettabile una condizione che è sempre più atrocemente distorta. io vi devo ringraziare per l'attenzione che dedicherete a leggere queste righe, e per quello che alcuni di voi esprimono tra queste pagine. vi saluto tutti cordialmente e ripongo tra voi molte speranze.

 
 

 

Helèna

L'uomo solo ed il computer. lui è lì in alta montagna con i suoi animali, ma col suo computer riceve e-mail da tutto il mondo. da qui si potrebbe partire per inventare una casistica infinita di storie. è così che sta cambiando il mondo...io lavoro col computer a casa ed invio i miei servizi da qui a chi me li chiede...lavoro a domicilio in contatto istantaneo con altri colleghi della nostra agenzia. è facile da capire: si potranno cambiare i trasporti e gli spostamenti, le strade ed i mezzi di locomozione, ma anche le necessità d'incontro reale cambiano. cambierà tutto in brevissimo tempo come bene ci dice il libro. allora vorrei cercare di guardare il futuro con un po' di ottimismo: nuove libertà ma anche una nuova organizzazione dell'economia si spalancano di fronte a noi a velocità inaudita. bisogna assolutamente lavorare perchè queste grandi novità non vengano fagocitate e castrate dal modello di sviluppo del secolo scorso: siamo entrati nel nuovo m! illennio accompagnati da una rivoluzione incredibile. vi sprono ad essere più fiduciosi: prendete in mano la tastiera e costruite il nuovo mondo digitale con creatività e coraggio, inventatevi nuove procedure e nuovi lavori; fantasia e speranza sono le nostre migliori armi, e per una volta siamo noi giovani che abbiamo in mano gli strumenti: nè i politici nè i potenti e nemmeno gli industriali hanno le competednze per digitalizzare il mondo. devono venire da noi: e allora noi mettiamoci dentro il progetto, la fantasia e la nuova creatività, si potrà cambiare anche l'economia che ha bisogno di noi. vi sprono tutti a pensare che acquisendo competenze approfondite in campo di programmazione, di costruzione di siti, di utilizzo evoluto del computer, si diventerà necessari a questa società. bisogna riconvertirsi ed inventarsi nuove competenze superando i vecchi schemi, solo così noi troveremo spazi e fortune. un bacio a jaco.

 
 

 

Luca F

Un abbraccio a tutti gli amici del forum della casa dijaco. credo che sarebbe bello poter scrivere un riassunto di tutto e mandarlo a jaco.

 
 

 

Linklì

Sono linklì e in internet ho un'identità che non corrisponde a quella reale. in questo libro si parla in modo corretto di questo tema durante un dialogo tra l'architetto e jaco. così come il modo in cui ci viene proposta la lettura, del tutto libera e gratuita dovrebbe far pensare tanti editori. soprattutto vedendo il numero di partecipanti al forum penso che sarà pure una nicchia ma siamo in tanti come dice julian adda a concentrarci e a battere sui tasti, che è altra cosa rispetto ad un incontro reale o ad una telefonata. è come prendere carta e penna e scrivere una lettera...incredibile ma vero, la rivoluzione telematica ci fa superare il telefono e ci fa tornare come nell'ottocento a scriverci. non credete che sia fantastico? qui conta solo ciò che scriviamo tra le righe ma non conta chi siamo, che età abbiamo nè il nostro successo nè la nostra posizione sociale...questa è la rivoluzione di internet: connessione orizzontale a tutti i livelli libera d! alle classi sociali e dai ruoli. ecco un'idea per i designer: progettate nuove idee di connessione.

 
 

 

Ivana P

A me non interessa sapere se jaco esiste oppure no, esiste qui e dentro qualcuno di noi come ha scritto antonio lambertini qui nel forum. quanti di noi almeno una volta hanno pensato mollo tutto e me ne vado? e gli artisti...torno oggi dalla biennale...per ora non dico niente, ma vi propongo il tema dato che già nel libro si è parlato di edizioni passate. fuggire o restare? ho l'impressione che tanti ci siano ma se ne siano andati con la testa. io resto e mi sbatto, come voi, ma m'imbarcherei volentieri per un tratto di navigazione con qualche jaco marinaio tipo cortomaltese che qui si è esposto. io resto e mi sbatto, ma ammiro tanto chi ha il coraggio di andare.

 
 

 

Anonimo

Ragazzi, mi sembra che vi piangete troppo addosso. Basta con il pessimismo e diamoci da fare! Dobbiamo farci sentire di più, a scuola, all'università, a casa. Ciao

 
 

 

Luna

ciao, sono luna e non sono+una studentessa; lavoro in 1 studio grafico che produce anche web solution per il businness aziendale. sono d'accordo con la proposta dell'appuntamento in chat su di un tema. propongo il g8. ci state? tu, caramel, che ne pensi? baci.

 
 

 

1973-jak

ùPerchè pensate che nologo abbia avuto questo successo pazzesco?

 
 

 

effe01

ai frequentatori del forum di jaco dico questo: giovani architetti assatanati e presuntuosi, designers modaioli e furbastri, amministratori e politici: imparate da jaco a pensare e a fare le cose che dovete fare con un minimo di eticità. tutto ruota dentro a questo discorso: abbiamo perduto le idee e vogliamo solo portare a casa lavori, non importa come, dove e perchè. portare a casa lavori, farci la guerra uno contro l'altro per il successo personale. le città fanno schifo: è l'occasione di cominciare a direle cose per quello che sono, una volta era colpa dei geometri, oggi molte colpe sono anche degli architetti. vorrei che in tanti leggessero questo dialogo tra l'architetto pentito e l'architetto vero, perchè in tanti aprireste gli occhi. impariamo da jaco e diamoci da fare. studiamo e progettiamo per migliorare un futuro incerto ed imprevedibile, inventiamoci nuove procedure e nuove metodologie, confrontiamoci. qualcuno qui la pensa come me e per ques! to oggi scrivo. perchè ho capito che nell'ombra e tra le onde della rete c'è qualcuno che ci prova. a jaco dico: sei un maestro.

 
 

 

TAUSK

ciao. amici mi hanno detto: vai a trovare jaco, e sono qui. sappiate che ci sono anch'io tra voi che considerate jaco un punto di riferimento nuovo.

 
 

 

aut 186

ho visto una palazzina per uffici di caramel sull'ultimo numero di abitare. immagino sia quella di cui ci parla sul libro. è stato bello con la rivista in mano rileggere le pagine in cui l'autore la descrive a jaco. sarebbe veramente interessante trovare dei testi in cui gli architetti raccontano appronditamente tutto il percorso di un lavoro realizzato. sarebbe didatticamente molto formativo. questo libro è un manifesto sul dissenso. jaco ne è l'emblema. quante delusioni, quanta difficoltà nel poter progettare, quanta burocrazia, quanti vincoli, quanto tempo per costruire in italia. poi apri una rivista e ti viene la depressione: vedi un grattacielo costruito in un anno, edifici in europa che mai in italia potresti costruire, leggi di progetti realizzati in pochissimo tempo e con grande qualità all'estero. allora è un problema tutto italiano: crisi delle scuole, carenze culturali, amministrazioni burocratizzate, lentezzza programmatica, politica infettat! a, leggi elefantiache, mancanza di chiarezza negli obbiettivi, degrado civile, speculazione economica sopra a tutto...in altri paesi si costruisce velocemente e bene, in italia c'è una paralisi preoccupante, un tramonto di tutto ciò che ci ha fatto grandi nella storia. è triste doverlo dire ma penso proprio che sia così. c'è come una cappa densa di nebbia che blocca tutto. jaco ad un certo punto dice: delegiferiamo. ha ragione, nello stato in cui siamo per fare un piccolo edificio bisogna fare gli avvocati più che gli architetti. e gli storici ce la mettono tutta per stagnare le cose così come stanno, coi loro antiquati metodi di ragionamento. io sono con caramel e jaco e con molti di voi. sono pronto a dare il mio contributo perchè si faccia qualcosa e si faccia sentire la nostra voce, fuori dagli ordini professionali, fuori dalle lobbies, fuori dai circuiti politici.

 
 

 

Linkad43

fortunatamente in italia ci sono i parchi altrimenti, dato che non c'è alcuna pianificazione d'insieme, gli ultimi pezzetti di natura andrebbero velocemente a ... la cultura ambientale stenta a diffondersi. non ha peso alcuno se non nelle battutaccie contro i verdi che sarebbero la causa di mancate realizzazioni di grandi opere pubbliche. io non ho alcuna apparteneza politica, ma voglio avere cultura ambientale, e dico per fortuna che ci sono i parchi, le aree protette ed i verdi che ogni tanto fanno sentire la loro voce. per gli altri sembrerebbe che il terreno, se non edificabile, non vale niente. è per queste ragioni che la proposta di caramel mette jaco in alta montagna, e mette in continua relazione i discorsi sull'arte e l'architettura con racconti ambientalistici e di memoria?

 
 

 

EGON80

ciao, sono EGON, designer trasformato in webartist; da circa un anno mi occupo di web, ma non tralascio letture e studi. vi ho trovati per caso, su segnalazione di un amico. quello che penso io è che la net economy apre sul serio molte nuove opportunità per molti giovani, purchè si abbiano le palle per riconvertire il proprio sapere. quindi vi consiglio di pensarci seriamente. io ho cominciato con un corso, dopo il master, e oggi guadagno bene, sono libero, lavoro dove voglio e quando voglio. che culo! penserete voi. no, per me non è stato culo, ho soltanto preso al volo l'opportunità di inventarmi un nuovo lavoro. questo libro in fondo ci fa pensare anche su questo.

 
 

 

Jan

cara helena, sei fantastica. però pensa che molti di noi vorrebbero costruire offline un qualcosa di fisico e reale, come un'architettura. questo è il punto.

 
 

 

Marina

se ci sarà l'appuntamento, ci sarò anch'io. ho finito ora gli studi-design, e ho già capito che fine farò. ma non mollo e tengo duro. voglio dico voglio fare oggetti di design per la casa e lo farò. qui trovo un poò di spazio per sognare con jaco e per pensare, ma vorrei tanto che succedesse qualcosa. tipo qualche nuovo intervento di chi ci ospita. dove sei finito?

 
 

 

Kri

G8 + Berlusconi + lega + an + consenso degli italiani uguale Busch. la nostra cultura se ne andrà con loro ed il nostro ambiente anche. bisogna battersi. questa è una frase del libro che mi è rimasta nella testa: BISOGNA BATTERSI. pacificamente, seriamente e coerentemente, bisogna battersi per il nostro futuro e per salvarci. loro dicono che vogliono il dialogo con i manifestanti antiglobal e dicono perfino che si incontrano per parlare di quelle cose che interessano a quelli che protestano. no, non ci credo. se fosse così tutto cambierebbe in poco tempo, invece tutto continua a peggiorare con una disarmante indi9fferenza di quasi tutti i politici ed i potenti. bisogna battersi per difendere il territorio e le nostre città, per difendere i nostri cibi, per difendere l'aria e l'acqua, per difenderci da chi ci usa come pedine di una strategia di marketing. jaco ci insegna con parecchio anticipo che si può e si deve ragionare su queste cose, senza essere inte! gralisti o politicizzati. la differenza tra destra e sinistra dice, è morta e sepolta; forse si, è morta e sepolta a livello di ideologie, ma sulla pratica la differenza è tra quelli che voglio govrnare il libero mercato e quelli che al contrario vogliono espanderlo in superliberismo mondiale. non è solo la questione degli interessi delle multinazionali, è una questione filosofica e politica, oltre che economica. bisogna battersi, al di là delle ideologie per salvare il pianeta in cui viviamo, perchè è qui che dobbiamo stare. dobbiamo cercare una convergenza tra destra e sin almeno sull'ambiente. credo che sarà veramente dura: G8+BERLUSCA uguale BUSCH.

 
 

 

Ale

QUESTO LIBRO sul mestiere di architetto, ci pone continuamente il problema della cultura artistica nell'epoca in cui questa lascia il posto alla cultura economica. effettivamente da insegnante devo dire che a scuola l'insegnamento artistico è veramente marginale tra gli interessi degli studenti. anche ad architettura comunque non si scherza. e poi, nella professione? si, effetivamente il problema esiste davvero ed è molto grave: come si può progettare un edificio se si pensa che l'architettura sia una disciplina tecnica in risposta alle esigenze della rendita urbana? i messaggi complessi di questo libro sono di estremo interesse, per questo credo che sarebbe bene stamparlo su carta ad uso di quelli che ancora non usano internet. grazie.

 
 

 

Silvia CC

vi ho trovati da poco. ho finito il terzo capitolo, e questa sera, finirò il libro, credo. jaco mi fa sognare. vorrei dire tante cose, ma non sono capace. per ora sono qui. vorrei solo che lui firmasse lo stesso i quadri.

 
 

 

Luna

Sono ancora luna, ho visto ieeri sera il Costanzo show sul G8, e sono rimasta molto colpita dall'arrogamza di Brunetta e di Barbareschi sui temi dell'ambiente e del liberismo. ribadisco la mia proposta di una chat sul G8, e sono d'accordo con alcuni degli ultimi messaggi: al di là della politica di destra o di sinistra. d'altronde come dice il libro lo scempio compiuto nel 900 non è confutabile, è sotto gli occhi di tutti, anche se il prof. brunetta dice che non è vero.

 
 

 

4GROUP

ciao a tutti. il design industriale porta cultura alle aziende. è una risorsa di crescita per l'industriale che a sua volta cede cultura al designer. bisogna che ci impegnamo perchè questa cultura sia sempre più rivolta ai principi dell'ecosostenibilità.

 
 

 

Gina

torno da voi dopo un bel po' di tempo, e scopro che i messaggi sono veramente tanti. è bello questo fatto e mi sembra che una delle cose che sentiamo di più sia il problema della tutela dell'ambiente. il libro ci ha dato molti stimoli su cui pensare. sono tornata in grecia da poco ed ho guardato la periferia di atene: ho preso paura. è proprio vero: se qui non freniamo un po' velocemente distruggeremo tutto. vi abbraccio da lontano.

 
 

 

GiovanniG

mi sa che il contenuto del libro, molto anticipatorio di un linguaggio che in questo periodo è diventato di uso comune (vedi G8, global forum, profitto, neo liberismo), potrebbe servire molto al dibattito di questi giorni. ame personalmente, questa lettura terminata ormai qualche mese fa, ha aiutato nel pensare al futuro del progetto, e a capire quanto stà succedendo. purtroppo però non c'è un consenso unanime anche su cose che sembrerebbero scontate e uguali per tutti. mi sembra anche che per ora sul g8 il governo si stia comportando abbastanza bene, tentando un dialogo con chi vuole far sentire di esserci e di non essere d'accordo. il libro parlava del predominio dell'economia sulla cultura già alla fine del 99, e questo effettivamente è ciò che vediamo oggi: tutto è governato dal profitto e nulla è più pianificato per il benessere comune, ma per lo sviluppo economico del libero mercato; così i risultati sul territorio di cui tanto bene ci parla il libro! sono devastanti, anche se necessari allo sviluppo. ma è proprio vero che sono necessari? non c'è modo di pianificare e di progettare uno sviluppo edilizio accettabile ed un decoro delle tremende fabbriche prefabbricate che deturpano le campagne e le nostre strade di collegamento? che fare? io penso ad una forma di resistenza passiva e moderata, oltre che pacifica e non violenta che coivolga tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, dagli acquisti al consumo all'uso delle cose ed al formarsi dei bisogni. e come dite in tanti qui i designer potranno essere elementi fondamentali di questa nuova visione del mondo e delle nostre necessità. ciao e un bacio particolare ad helena.

 
 

 

DANZ

ciao, sono DANZ, vorrei tanto che Helena ritornasse a scrivere. sono d'accordo su tutto quello che hai detto. per Luna, ho visto anch'io quella puntata del costanzo show e anche a me ha dato molto fastidio, soprattutto il professore e conomista che non lascia parlare e che non ascolta ma sentenzia. sulle battute dello show man non voglio nemmeno commentare. però è anche vero che si fa fatica a trovare qualcuno che riesca a tener testa a questi personaggi. jaco sono sicuro ce la farebbe molto bene. ma basterebbe anche caramel e qualche altro intellettuale fuori dalla politica e dentro il lavoro, così noi ci sentiremmo ancora più vicini rispetto a tanti che oggi rappresentano in modo strumentale e cavalcano il dissenso ed il disagio che si stà diffondendo e non solo tra i giovani. mio padre, che è un professionista, vive molto questo disagio e si sente molto più vicino a chi la pensa come noi rispetto a questi economisti arroganti che ci tocca sopportare in ! televisione. mio padre guadagna molti soldi con la sua professione, si può dire che è abbastanza ricco. inoltre è un vecchio liberale che però non si ritrova tra quelli di FI. eppure anche lui dice che non è più presente nella nostra civiltà un pensiero comune rivolto ad obbiettivi di crescita organici e comuni a tutti. anche lui dice che l'unico padrone è il profitto. allora vorrei dire a questi che cercano di farci credere che tutto va bene e che questa è l'unica strada, di stare attenti perchè tanti di quelli che loro dicono essere solo frange di estremisti miopi e violenti, invece gli stanno di fianco magari proprio negli stessi campi: devono prendere atto che questo disagio riguarda tutti e così allora la smetteranno di raccontarci balle.

 
 

 

ARTHUR COTT

AD UN CERTO PUNTO DEL LIBRO, I DUE PROTAGONISTI PARLANO DEL PROBLEMA DELLA SPARIZIONE DEL GIARDINO DELL'EDEN NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO. EFFETTIVAMENTE PER ALCUNI PENSATORI QUESTA SIMBOLISTICA IMMAGINE SAREBBE TRA LE CAUSE PRINCIPALI DEL DISAGIO E DELL'ESPANSIONE ORMAI IRREFRENABILE DI FORME LEGGERE DI DEPRESSIONI. INFATTI QUANDO CARAMEL ARRIVA SULL'ALTOPIANO DI JACO SI SENTE BENE E SI DISINTOSSICA. E' PROPRIO VERO. SIAMO INTOSSICATI DA UNA MODALITA' DELL'ESSERE CHE E' DISUMANA, POI L'UOMO CHE E' L'ANIMALE PIU' ADATTABILE SI ADEGUA, MA NE SUBISCE ANCHE ALCUNE CONSEGUENZE NEGATIVE. QUELLA CHE MI PIACE DI PIU' TRA LE DEFINIZIONI TROVATE NEL LIBRO E' QUELLA CHE DEFINISCE IL NOSTRO MODUS VIVENDI COME CULTURA PRESTAZIONISTICA. NOI TUTTI DOBBIAMO ESEGUIRE DELLE PRESTAZIONI CHE SEMPRE PIU' SI ALLONTANANO DA CIO' CHE INVECE NATURALMENTE E SEMPLICEMENTE DOVREMMO FARE. LA VELOCIZZAZIONE DI QUESTE PRESTAZIONI LE RENDE ANCOR PIU\' INNATURALI. ECCO CHE AL! LORA LE DESCRIZIONI LENTE E PARTICOLAREGGIATE DELL'AMBIENTE DI JACO ASSUMONO UN SIGNIFICATO MOLTO IMPORTANTE DI CONTRASTO CON UNA VITA METROPOLITANA COSì PIENA DI STIMOLI E COMPLICATA MA ANCHE TROPPO VELOCE ED APPUNTO PRESTAZIONISTICA. SEGNALERO' QUESTO LIBRO A MOLTE PERSONE.

 
 

 

Renata

ciao a tutti. da neolaureata in arch. ho scoperto solo in questi giorni jaco, e mi tocca ammettere che questo libro mi ha messo un po' in difficoltà. e anche il saggetto di sernini. mi toccherà proprio ricominciare a leggere e studiare. perchè capisci che il punto di vista das cui ho percorso l'unive. non era l'unico e che altri invece ne hanno di diversi. un bel casino questo. da dove cominciare per dire che ho capito qualcosa di questo libro poi guardandomi le periferie e le zone industriali immedesimandomi negli occhi ormai guariti di jaco. e ho pensato a quanta bruttezza, a quanto squallore. in questi grigi quartieri anni 60 e 70 dove viviamo. bè, almeno la consapevolezza del brutto dovrebbe aiutarmi nel tentare di progettare il bello. un bacione a tutti ed uno un po' speciale a jo, a luna e naturalmente a claudio.

 
 

 

Fabio SARG

ciao. ma perchè parlate tutti negli ultimi messaggi di economia e di g8 e di globalizzazione? va di moda in questi giorni e allora via tutti a scoprire che c'è il problema del g8. la differenza fondamentale con caramel che ce ne ha parlato già nel libro e che con jaco discuteva su conciliazione dei saperi, e di tutte le cose che adesso vanno tanto di moda è che mentre loro ragionano per trovare delle possibili soluzioni noi invece partecipiamo ad un rito collettivo dove i contenuti contano poco, conta esserci e schierarsi perchè così ci sentiamo vivi e ci rappresentiamo e troviamo modi per dire che ci siamo. il problema non è la globalizzazione che tanto continuerà sempre più veloce e che non è modificabile, il problema è l'economia che nel libero mercato produce allucinanti aberrazioni, lo ha detto perfino Fazio. non per cattiveria o per ignoranza, ma perchè il turbocapitalismo di cui ci parla così bene il libro non guarda in faccia a nessuno e a niente pu! r di ottenere il suo risultato di budget. allora smettiamola di volerci essere a tutti icosti senza però essere davvero coinvolti nei contenuti, prendiamo spunto da jaco e cerchiamo nel nostro piccolo di fare bene le cose, anche le più insignificanti, mettemndoci dentro il nostro pensiero. non compriamo ciò che non ci è davvero necessario e dedichiamo molta attenzione alla scelta dei prodotti e di quelli che potremo chiamare nuovi bisogni. opponiamoci col lavoro e la vita di tutti i giorni alla cultura dello spreco ed allo scempio, allora così faremo davvero qualcosa, invece di andare a manifestare a genova e a discutere tanto di zone gialle o rosse. ma chi se ne frega!

 
 

 

Corrado

la spoletta come dice il libro non è disinnescabile...questo tipo di progresso ci porta velocemente verso l'annullamento dell'uomo..sarà molto difficile trovare nuovi stimoli come dite nel digitalizzare il mondo, perchè in realtà proprio la rete è la prima causa della globalizzazione culturale.

 

 

 


commenti recenti
 

 

 

mila

il libro ci parla di \"afflato spirituale\" a proposito di arte e creatività. parole e frasi antiche che ritornano in superficie quando crisi intellettuali di vario genere attraversano la civiltà. Sernini ci dice che gli intellettuali nei periodi di crisi si rinchiudono nelle nicchie di sempre, e cioè la filosofia e la creatività. si, è così, per fortuna. l\'arte è il principale patrimonio dell\'uomo pensante, e che Dio ce la mandi buona, è l\'unico universo in cui è possibile rifugiarsi quando il mondo cammina in direzioni incomprensibili. io mi sento molto sola, e non riesco a parlare con nessuno di questo sentimento di \"estraneazione\" in questa epoca definita dall\'autore di \"incomunicabilità tra tutti i sistemi ed i sottosistemi dei saperi\". questa è una definizione molto bella e molto centrata del problema che sta alla base. c\'è un quntitativo spaventoso di comunicazione attraverso i media ed una contemporanea bassissima qualità della comunicazione! del pensiero tra le persone. sono veramente sconvolta da ciò che vedo intorno a me: una cultura menzognera e falsa dove l\'afflato spirituale che dovrebbe governare l\'atto creativo è roba ormai da buttare al macero e dove non c\'è comprensione nè comunicazione. per questo il libro che ho appena finito di leggere mi ha aiutato a capire e a mettere in chiaro i miei sentimenti, e così mi sento meno sola. mi è tanto piaciuto il modo in forma di diario personale di raccontare tante cose totalmente privo di arroganza e della spocchia tipica di questi anni tremendi. non sono più giovanissima come molti di voi ma mi sento di far parte anch\'io del vostro gruppo di pensiero e la penso esattamente come caramel che è riuscito a dirci delle cose al di fuori della politica ma dentro la creatività e con un educazione ed un garbo che molti dovrebbero imparare. julian adda scrive nel suo intervento che ritrova qualcosa del buddismo nel fare di jaco, io ritrovo molto uno spirito vicino ai ! principi cristiani, ed è per questo che credo che gli ultimi messaggi tutti incentrati sul tema economico abbiano colto solo una piccola parte del pensiero di jaco e dell\'autore. si, è proprio vero che \"se hai occhi per guardare troverai la bellezza anche tra i rifiuti urbani delle megalopoli, almeno negli occhi dei bimbi\", è proprio vero che non abbiamo più occhi per guardare, annebbiati come siamo da una cultura televisiva del successo e della finzione. non sono assolutamente nostalgica, ed anch\'io so apprezzare il nostro tempo ed il caos complicatissimo che stiamo vivendo, ma cerco di mantenere un pensiero libero e critico nel valutare, e non me la sento proprio di nascondermi dietro un dito. Fuksas parla di sublime caos, e forse ha ragione, ma a me piacerebbe tanto se in questo sublime caos quell\'incomunicabilità totale e planetaria di cui ci parla caramel diminuisse davvero in una ricerca comune di un punto d\'arrivo e di un progetto per l\'umanità che sia davvero ! UMANO. un ringraziamento affettuoso, di tutto cuore a jaco, a caramel e a sernini che ci hanno dato questi stimoli e queste opportunità gratuite, in un epoca dove si paga tutto e fra poco anche l\'ingresso in città.

 
 

 

isabella

mi sono invaghita di jaco e se incontrassi un uomo buono che la pensa come lui e che soffre come lui me ne innamorerei subito. invece l\'uomo che ho appena lasciato era uno di quelli che vogliono sempre vincere, bello e forte, ma privo di sensibilità. jaco è sensibile e poetico ma anche saggio e solido, sa essere triste e coraggioso, sa essere autocritico e si mette in discussione. è rispettoso degli altri ed è buono di sentimenti. altro che g8, questo libro ci racconta di sentimenti e di passioni, di scelte e di arte, di amore per la natura e per l\'uomo e di solitudine. jaco è un grande, e mi fa compagnia nei miei pensieri.

 

 
 

jenny

sono tornata. vi avevo scritto a marzo. oggi siamo in luglio, io sono in vacanza e mi sono portata da leggere nologo, il libro di polano su castiglioni ed il libro di hamel intitolato alla conquista del futuro. naturalmente leggo anche qualche amenità del tipo giornali femminili etc. etc. io porto nel mio cuore un ricordo di jaco, perchè oggi ho sentito il bisogno di scrivervi. dalla finestrella della mia pensioncina vedo il centro del bel paesetto in cui mi trovo, ma dato che sono abbastanza alta vedo sia la spiaggia che il nuovo lido ed i suoi palazzoni. la spiaggia è occupata centimetro quadrato per centimetro quadrato da una folla incremata di gente inebetita dai telefonini e dalle radio portatili, la periferia è occupata in modo disordinato da palazzoni brutti e colorati, le strade piene di gente giorno e notte, così i ristoranti e le pizzerie ed i locali notturni. siamo in troppi e non c\'è territorio sufficiente per ospitarci. manca l\'aria e lo spazi! o. siamo in troppi. mi torna alla memoria jaco che cerca di spiegare a claudio il perchè della sua fuga e che cerca di far vedere al suo amico gli aspetti positivi della sua scelta di vita. me lo immagino adesso al lavoro nel bosco o sul prato con le sue bestie, tra le nuvole... vorrei tanto vedere che quadri sta pitturando e sapere se resiste ancora in quella fantastica e tremenda solitudine. mentre io mi rifugio nella stanza di una squallida pensioncina a pensare ed a riposare lontana dalla folla che mi circonda, capisco che oramai, almeno qui da noi nel mitico nordest, non c\'è più speranza di salvare un territorio distrutto dallo sviluppo e dalla speculazione. siamo in troppi e non c\'è alcun modo di frenare, perchè altrimenti bisognerebbe tornare indietro rispetto al benessere così faticosamente raggiunto. non c\'è alcun modo perchè tutta la gente che abita qui ha bisogno di due o tre case, di due o tre macchine, della barca, del gommone, del motoscafo, della capannina ! in spiaggia, oltre che di un po\' di spazio dove muoversi, e dei posti dove spendere i soldi. è quella spirale di cui ci parla il libro entro cui siamo tutti, e l\'immagine che vedo da questa finestrella la rappresenta benissimo. siamo estraniati e come automi ci facciamo governare il nostro tempo libero dagli orari dei bagni, dei ristoranti, dei locali...penso proprio che domani tornerò a casa, a godermi la mia città che spero sia un po\' più vuota visto la gente che c\'è qui. finirò la mia vacanza fra due settimane. per fortuna che ho da leggere. per fortuna che devo studiare. davvero non capisco come fanno quelli che invece fra qualche giorno finiranno la loro squallida vacanza qui e poi magari torneranno in fabbrica a lavorare...si capisce così perchè i ragazzi di notte si fanno nelle megadiscoteche fino all\'alba e poi se ne stanno a aletto tutto il giorno aspettando che le luci e la musica si riaccendano, e si capisce quell\'aria di tensione e di tristezza che si sente! intorno al proprio ombrellone in spiaggia. qui non c\'entra più la complessità, nè la ricchezza di stimoli e di novità che questa società ci offrirebbe. altro che la biennale architettura dell\'anno scorso a cercare il bello nelle metropoli. siamo in troppi e non c\'è più spazio. ciascuno di noi occupa troppo spazio e consuma troppo, è come se stessimo finemdo la borraccia, sono le ultime sorsate di benessere. prima che qualcosa succeda inevitabilmente. mando un bacio a claudio che vorrei tanto conoscere e naturalmente al nostro jaco, maestro di vita e di pensiero. ed un abbraccio a tutti voi.

 
 

 

GRILLOPARLANTE

sono il grilloparlante, net surfer alla ricerca di spazi innovativi su internet. faccio questo per mestiere anche se sono laureato in arch. questo libro è una vera eccezione nel mondo internet. mi spiego meglio: qui dentro non c\'è nulla di ruffiano e di commerciale, tutto al contrario è lento e normale. nessuno si aspetterebbe che la rete riuscisse a coinvolgere un certo numero di frequentatori solo per un interesse squisitamente culturale anche se di nicchia. BENE, è un segno interessante. il grilloparlante farà girare la voce.

 
 

 

LORENZO C.

julian adda qui nel forum dice che il fare di jaco può essere accostato a qualcosa che ricorda le filosofie orientali. anche io ho ritrovato questo spirito nella ripetizione dei gesti dell\'eremita e nel suo cercare una lentezza ripetitiva e precisa in modo da realizzare le sue cose nel miglior modo possibile. mi fa pensare anche al rapporto che i giapponesi hanno con i maestri artigiani, che lì vengono considerati come preziosissimi. nel libro si parla della maestria degli artigiani e del fare le cose con le mani e con il cuore. purtroppo però oggi i fgli e gli eredi di questi maestri d\'arte destinati a sparire preferiscono pensare ad altro...si dovrebbe in ogni modo salvaguardare un patrimonio incomparabile di sapere che invece stiamo velocemente dilapidando con una stupidità che è veramente sorprendente. c\'è questo problema del passaggio generazionale tra i padri ed i figli che non viene risolto, almeno per i mestieri artistici. allora invece di parlare ! tanto di legge tremonti per i beni reinvestiti perchè non si fa una bella legge in base alla quale i figli degli artigiani che decidono di proseguire nella bottega del padre non vengono agevolati in tutti i modi compresi vantaggi di sburocratizzazione e fiscali? se un figlio di un falegname, magari laureato, decidesse di imparare il mestiere del padre farebbe la cosa migliore per il suo futuro e per quello della comunità in cui vive, ma chi glielo fa fare in questa giungla di leggi e di difficoltà se perdipiù il suo mestiere non è considerato nella scala sociale almeno pari a quello dei professionisti?

 
 

 

sandro d.

io sono con Helèna. credo proprio che l\'unica occasione che abbiamo tutti noi per fare qualcosa di buono in questo mondo, è proprio quella di formarci una grande competenza nel mondo delle nuove tecnologie. infatti tutti hanno bisogno di riconvertire l\'organizzazione del loro businness, e quindi tutti hanno bisogno di quelli che sanno maneggiare bene il computer. questa è veramente l\'unica cosa che lascia una speranza per i giovani. sono con Helèna perchè anch\'io voglio vedere le cose con ottimismo e speranza. anche caramel alle conclusioni del libro ci lascia delle speranze per un futuro migliore dopo aver stroncatgo il novecento come un secolo sbagliato; ma alla fine vedo dal forum che prevale una visione pessimistica ed una certa rassegnazione: no, io non voglio rassegnarmi e voglio lottare per costruirmi uno spazio in questo mondo dove è vero si vede prevalere l\'assurdo ed il brutto sul giusto ed il bello, ma dove c\'è spazio per difendersi. gli hakk! er stanno tutti diventando ricchi perchè sanno fare cose che gli altri non sanno fare: ecco dobbiamo diventare necessari ad un nuovo sviluppo dell\'economia e dobbiamo metterci dentro la nostra testa. non è quello che sta facendo jaco? non è anche questo che ci vuole dire il libro? e anche sernini nel suo messaggio non vuole dire di trovare energia dalla nuova complessità di questo mondo? si, io penso proprio di si, il libro ci lascia un messaggio di speranza e ci indica una via e cioè quella di rinunciare a tanti falsi miti e a tanti falsi bisogni, di ricostruirci un\'identità tutta nuova senza steccati ideologici, cercando delle direttrici comuni e giuste, più corrette. e questo potremo farlo noi giovani, con ottimismo e coraggio. apprezzo molto proprio il coraggio di questa pausa di riflessione pubblicata free in rete, da uno che non è più un ragazzino che non ha niente da perdere, dobbiamo imparare ad essere coraggiosi e a tirarci fuori dalle ideologie e dalle demagogie ! politico-televisive per inventare un nuovo pensiero ed una nuova creatività.

 

 
 

chicca

 

Commento a voi amici di questo forum suvvia non tutto è così brutto! non credo che claudio sia molto felice del vostro pessimismo, lui che progetta e che costruisce per dazvvero. se ha dato a noi questo spazio è perchè si aspetta qualcosa di più da noi, ne sono sicura. e penso anche che non intervenga più da un bel po\' ditempo perchè non vuole condizionare troppo i nostri ragionamenti. cerchiamo di vederla più positiva e scherziamo anche un po\', altrimente chi ci legge si fa un\'idea che siamo dei lamentosi depressi e che non abbiamo palle. suvvia, diamoci una mossa!

 

 
 

Silvia CC

eccomi, sono tornata anch'io dopo aver finito il libro su jaco. certo che parliamo di g8, dato che è l'argomento del giorno. il libro nelle parti finali ci descrive i pensieri e i dialoghi dei due artisti, essi discutono tra loro proprio dei temi che oggi sono tanto attuali. però dal loro punto di vista per nulla politicizzato, mentre oggi è tutto mediatico e politico il dibattito sulla globalizzazione. anche a me interessa di più in questo bel libro il racconto della vita di jaco e il dialogo tra l'eremita e l'architetto, le loro sensazioni, le loro delusioni, iloro sogni e la natura che hanno intorno. soprattutto sono affascinata da questo raccoglitore di messaggi e da voi che intorno a jaco vi ritrovate e scrivete. questa è la prova che la rete cambia i nostri modi di vivere e di incontrarci. e quindi uno dei temi base del libro -eremita del 2000, nuovo tipo di solitudine e di socialità- trova qui già una semplice rispostina: il computer effettivament! e ci aiuta a scoprire ragionamenti e a tornare a scrivere. non si aspetta più la lettera nella buca ma si aspetta dentro il computer un nuovo messaggio e così si trovano anche posti strani come questo dove si vede una vita nuova. anch'io sono abbastanza ottimista per il futuro, e ho molte speranze. mando un abbraccio a helena e a luna.

 
 

 

Fink

ciao a tutti. amo sia la montagna che il mare e sono un viaggiatore solitario. jaco dice a tutti che è possibile pensare una vita diversa da quella di automi che il 900 e la rivoluzione industriale ci hanno imposto. avete ragione a dire che forse miglioreranno le cose con le nuove tecnologie: non più catena di montaggio in fabbrica ma telelavoro in casa. quelli che discutono sulle mancanze sociali che il computer provoca, vadano a lavorare in catena di montaggio e poi vediamo...perfino chaplin tanti anni fa ce l'ha fatto vedere. se noi coltiveremo queste speranze forse le cose miglioreranno. jaco dice che ormai il processo è irreversibile...cerchiamo di fare in modo che non sia così.

 
 

 

Enzo

jenny, spero che tu sia tornata davvero. anch'io sono fuggito dalla mia spiaggia per rifugiarmi in città, cercando un po' di pace. è vero: siamo in troppi. non c'è verso di trovare un buco dove vivere in pace, siamo in troppi. vorrei tanto conoscerti, manda il tuo indirizzo al forum, ti prego. per tutti gli altri, un abbraccio. jaco vorrà perdonarmi...anzi sono sicuro che mi perdonerà se ho usato questo forum per un messaggio personale, ma la solitudine è una brutta bestia.

 
 

 

Ombretta

un bacio a tutti. penso che quelli del g8 e quelli dell'anti g8 siano due facce della stessa medaglia: la medaglia di commemorazione della rivoluzione industriale.

 
 

 

Franco Z

condivido appieno il bellissimo intervento di mila. lei ricorda che nel libro c'è una frase che parla di"incomunicabilità totale e planetaria tra tutti i sistemi ed i sottosistemi dei saperi...", e questa frase è un po' il nocciolo del tentativo di caramel di lasciare una speranza nel concetto di conciliazione dei saperi e di armonia. in effetti oggi, e lo vediamo anche per il g8, tentano di parlare di dialogo, ma è un dialogo tra sordi. si parlano e forse si ascoltano anche, ma invece non trovano uno straccetto di idea comune."l'economia ha preso il sopravvento sulla cultura..", e così il dialogo tra i potenti e i contestatori è fasullo e falso, la realtà è un'altra e nessuno dei comuni mortali potrà mai sapere le trattative che faranno sulle risorse, sull'acqua, sulle bombe, sulle tecnologie avanzate, sul buco dell'ozono, sulla conquista dei mercati, sui brevetti e via così. nessuno di noi saprà mai la verità...anche se tutti sappiamo che quando! l'economia di libero mercato e la politica si avvicinano troppo o perfino coincidono allora la democrazia è a rischio. a mila dico che anch'io non sono più giovanissimo, ma che non serve avere vent'anni per capire queste cose e per sentirsi persone ancora libere e capaci di proporre. con affetto e simpatia per tutti voi.

 
 

 

Luigi P

io siciliano trasferito a milano vorrei fare come luigi minozzi e tornare a casa e guardare il mondo che vedo qui da lì. jaco è il simbolo di questa nostra speranza e della nostra voglia di riuscire a guardare le cose con uno spirito diverso. oggi devi far parte del mondo mediatico per esistere o del mondo dell\'economia. vedi il vertice di genova e il popolo dei gottini. mi domando come mai i potenti si devono riunire in una città, poi noleggiare una nave come non ci fossero i palazzi per ospitarli, poi chiudere con barriere di acciaio mezzo centro, poi chiudere il porto, e poi...ma perchè non si vanno a riunire che so al pentagono o in altre strutture del genere di cui il mondo è pieno senza rompere le palle ai cittadini? poi penso che gli amministratori che aspettano il g8 per ripulire far manutenzione alla città dimostrano così tuttew le loro incapacità...ma penso: è perchè c\'è la televisione mondiale che riprende e allora bisogna mettere a posto la citt! à. e lo stesso discorso vale per i gottini che partecipano all\'evento dall\'altra parte e che sono anche loro globalizzati nell\'evento mediatico. non è contro la globalizzazione che si può e si deve combattere, ma come dice il libro verso la fine per cercare una modalità di comunicazione tra le scienze e la politica e l\'economia, per una globalizzazione controllata ed umana e più equa. io spero tanto che finisca velocemente questa farsa di genova e che si torni a ragionare seriamente sulle cose vere.

 
 

 

Tommy C

Quello che è successo a genova è 3mendo. questiblack hanno fatto tutto quello che hanno voluto per due giorni, come gli hooligans delle curve. forse che a qualcuno dei signori del g8 e del nostro governo sia comodo far credere che tutti quelli che protestano sono come i black? invece di pensare alle facciate e ai panni sporchi, il governo doveva pensare a isolare i violenti e a mandare in guerriglia personale addestrato. ma forse adesso farà comodo addossare tutte le colpe su quel poveretto di carabiniere che si è fatto prendere dal panico? qui c\'è qualcuno che non ce la conta giusta. i centri sociali dicono di avere prove che tra i black c\'erano degli infiltrati che scendevano dalle camionette delle forze dell\'ordine...certo non si capisce come mai questi potessero girare per la città assediata armati di tutto punto e con bottiglie molotov e con spranghe ecc. ecc. qui c\'è qualcuno che non ce la conta giusta. gli otto grandi hanno fatto una figuraccia, lo! stato ha fatto una figuraccia, la polizia ha fatto una figuraccia, i dimostranti hanno fatto una figuraccia, e come sempre avviene tutti hanno torto e tutti hanno ragione...ma l\'unico che ha dato una vera lezione di civiltà a tutti è stato il padre pensionato di carlo giuliani, mentre il nostro fini diceva in televisione che i dimostranti cercavano il morto e l\'hanno avuto, il padre pensionato faceva un appello alla non violenza e di pietà per suo figlio e per il carabiniere...grazie, perchè ci hai insegnato qualcosa di importante: la verità sta tra la gente comune ed il buon senso e il sentimento di pace, mentre chi ci governa semina odio e menzogna. i giornalisti e il giornalaccio hanno detto che carlo era un punkkabbestia e che aveva precedenti penali, così l\'hanno ucciso due volte. odio e menzogna. è 3mendo.

 
 

 

Valeria D

Caro jaco, per fortuna tu non hai la televisione e non hai visto le immagini di genova. immagino che da internet forse qualcosa avrai seguito, ma niente giornali e niente tv probabilmente ti permetteranno di cercarti l\'informazione che tu ritieni più giusta e interessante. caro jaco, come dicono qui nel forum siamo alla frutta. tu avevi visto tutto e sei andato perchè non ce la facevi più. con coraggioe determinazione e anche, permettimi con un po' di cinismo. io vorrei prenderti ad esempio come uno dei primi "disubbidienti", tu ci puoi insegnare molto sulla resistenza passiva che è ciò che io e molti altri vogliamo fare per dire la nostra su questo mondo. non capisco proprio perchè questo diario di caramel sul vostro incontro non si trovi nelle librerie, perchè potrebbe essere utile a molti, per capire qualcosa di più ed imparare un po' di sano e moderato dissenso. tu sei un dissidente buono, e questo soprattutto è ciò che mi piace di te. ti abbraccio f! orte. tua Valeria

 
 

 

Roberto O

Sono ancora scosso dalla immagini che ho visto in tv, e vorrei sapere voi cosa ne pensate di quello che è successo. queste sono giornate di tristezza e di rabbia, per tutti.

 
 

 

Arthur

non che io sostenga assolutamente qualsiasi tipo di violenza, è che il disagio che si prova è tanto grande quanto il mondo intero. vedere busch e berlusca coi loro sorrisoni a 64 denti darsi le pacche sulle spalle mentre la gente è ancora provata e sdegnata da ciò che è successo a genova, mi fa schifo. che vergogna! è stata una vera farsa e c\'è da vergognarsi, mentre loro coi loro sorrisoni continuano imperterriti con le pacche sulle spalle! CARLO GIULIANI è morto, il cabiniere si è rovinato la vita e sarà uno dei capi espriatori, i black se ne escono come degli eroi del cinema o dei teppisti da incarcerare, agnoletto fa la figura di chi cerca di arrampicarsi sugli specchi, i grandi sono scomparsi nel nulla, il salottino figo della zona rossa diventa merce di scambio con i genovesi incazzati. è tutto così assurdo, così terribilmente retorico e sceneggiato, così televisivo ed immemore che io mi sento davvero come un pesce fuor d\'acqua a gurdare da lontano qu! esta ignobile farsa, questa menzogna mascherata di buonismo, questo drammatico spettacolo dell\'assurdo. e intanto i ds se ne stanno a casa, fini si fa portavoce dell\'editoriale di pasolini, gli operai smontano le grate e le imprese ristrutturano i negozi distrutti...vi chiedo se non vi sembra davvero una sceneggiatura di qualche genio del cinema, oppure se come dice jaco siamo arrivati al capolinea.

 
 

 

Silvia

quando jaco parla con l\'autore e descrive le assurdità del mondo che ci circonda, è duro ma anche dolce e riflessivo, pacato. è quello che manca, un po\' di pacatezza e di acutezza nel ragionare. se jaco avesse visto quello che ho visto io a genova, non ci crederebbe ancora, ne sarebbe disgustato. però, già lui quando parlava dei tossici e della tolleranza delle forze dell\'ordine verso i tossici, ci racconta un modo di vedere le cose che è spaventoso. quanto ciò che io ho visto a genova: gli andava bene ai g8 che ci fossero i teppisti, come jaco dice dei tossici, così oggi berlusconi può dire che erano i gsf a infiltrarli e a naconderli, così possono dire che chi protesta è solo un violento ed un teppista e che è giusta la repressione dura alla cilena. mio caro jaco, vorrei parlare con te.

 

 

 

 

 

 

Marco Martin 1b

 

 

 

 

 

Marcello A

da studente in architettura e appassionato di design, mi sento di condividere il disagio e la delusione che il libro esprime. io provo un senso di disagio continuo e di schizofrenia tra ciò che cerco di imparare e ciò che vedo intorno a me. viviamo tutti dentro un meccanismo complicatissimo di competizione e di voglia di emergere, tutto ad una velocità incredibile, bombardati da tempeste d\'informazione appiattita e spettacolare. quella che l\'autore definisce \"cultura prestazionistica\" ci porta ad essere sempre in lotta per ottenere sempre di più, per essere sempre più bravi, per differenziarci e spiccare, per mostrarci. così i tempi di elaborazione del pensiero e del progetto diventano sempre più limitati, bisogna dare risposte immediate. il dissenso ed il disagio che attraverso jaco caramel ci racconta in questo suo diario intimo, mi ha dato fiducia, perchè ho capito che potrò anch\'io, se ne avrò le capacità, diventare un bravo progettista, pur sentendo! mi così terribilmente spaesato nel mondo della \"cultura prestazionistica\". ciao

 

 

 

 

 

 

Monica WW

jaco e alcuni di voi dicono che siamo alla fine e che questa civiltà va rigenerata. sono anch\'io d\'accordo che lo sviluppo del 9oo e la globalizzazione imperialistica ci portano verso una tragica realtà, ma vi voglio dire di non dimenticare mai che il 9oo ci ha portato anche tanti miglioramenti e tante scoperte utili a tutti. infatti jaco parla tanto di ricordi del passato, credo proprio per capire questo: nella bilancia tra progresso e distruzione chi la spunta? jaco è più pessimista, caramel alla fine più ottimista, infatti resta e non fugge, resta probabilmente stando molto fuori e molto lontano. io resto, ma nella bilancia ho paura che oggi il peso maggiore ce l\'abbia la distruzione. non so proprio cosa e come fare qualcosa per contribuire a far pesare di più il progresso, ma forse l\'idea di rallentare e di tirare il freno a mano come dice il libro è già buona. resistere a tante tentazioni inutili che il barbarico consumismo mondializzato ci propina t! utti i giorni, \"far bene le cose\" come dice il libro, cercare la qualità, innovare per l\'ambiente, per l\'uomo e per la verità. combattere la menzogna. essere non violenti. cercare relazioni sociali in tutte le forme. amarsi un po\' di più. e amare un po\' di più le nostre città ed il nostro territorio. io ci credo, ma ho anche molta paura.

 
 

 

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