ADESIONE DI CLAUDIO CARAMEL

 

Oggi è domenica. Sono le 11. Mi siedo qui al computer per tentare di spiegare le ragioni per cui ho deciso di aderire all'iniziativa APPUNTI PARTIGIANI; ho qui in mano una lettera che finisce più o meno così: ...se non tutto è in saldo, qualcosa del futuro non è scontato...Bene, sono d'accordo.Come già detto più volte, e come dice Jaco, è difficile prefigurare un futuro possibile ed è quindi molto difficile progettare, ma fortunatamente non è tutto scontato. Bisogna tirare il freno a mano, rallentare, deviare la marea montante di quest'idea di sviluppo neoliberista indiscriminato ove l'unico dittatore è il profitto, ove le leggi in vigore sono quelle del mercato e dei suoi profeti, ove l'unico progetto risiede negli archivi e nei bilanci delle società finanziarie. Se l'economia ha preso il sopravvento sulla cultura, se l'unico dittatore è il mercato allo stato puro come un magma o una colata impalpabile ed invisibile disciolta su tutto il pianeta, e se il risultato di tutto ciò è quello che abbiamo sotto gli occhi, allora vuol dire che c'è una responsabilità collettiva, di ciascuno di noi e di tutto il mondo culturale a questo processo che appare inarrestabile ed ingovernabile. Ma per fortuna non tutto è scontato. C'è spazio per tentare una resistenza ed un opposizione, per progettare a lungo termine, per lavorare a togliere, per rifiutare l'idea dominante di successo basata sugli indici di ascolto e sulla creazione di nuovi bisogni falsificati, bisogni non solo materiali ma anche sociali e filosofici, perfino lessicali. aziende al posto di città e comunità locali, manager al posto di politici, squadre al posto di governi, scendere in campo al posto di partecipazione civile, tolleranza zero, far piazza pulita, e chi più ne ha più ne metta. la vasta complessità del processo evolutivo accellerato che tutti stiamo vivendo necessita di categorie interpretative diverse da quelle che oggi dominano la scena: oramai perfino destra e sinistra sono categorie superate, questa contrapposizione non c'è più, come molte altre categorie novecentesche (sviluppo e sottosviluppo, nord e sud, cattolico e laico, città e campagna, bianco e nero, ricco e povero) perchè tutte queste categorie sono paritariamente e demagogicamente e aggiungo drammaticamente propedeutiche all'espansione mondiale del neoliberismo economico e di un turbocapitalismo mercantile feroce ed incosciente. Aderisco ad APPUNTI PARTIGIANI perchè nel mio piccolo universo di progettista lavoro pensando anche alla morte degli oggetti industriali e non solo al loro successo commerciale, perchè in architettura cerco di dare un piccolo contributo di semplicità e di normalità in un panorama troppo autoreferenziale ed antropocentrico, perchè da sempre rifiuto di partecipare allo scempio del territorio, rinunciando così a ghiotte occasioni progettuali e di arricchimento personale. Aderisco perchè credo che la città futura e l'assetto dei territori non si possa progettare come succede oggi con l'obbiettivo del consenso immediato, bensì al contrario con l'obbiettivo di reinventare la città stessa nelle periferie derelitte, di fermare l'esplosione territoriale delle città progettando nella città già costruita, perchè credo sia ora di abbattere e di eliminare, perchè è ora di vincolare gli alberi secolari, di risparmiare l'acqua, di eliminare i pakaging dei prodotti di consumo, di costruire case e palazzi in grado di contribuire essi stessi alla produzione di energia pulita, perchè credo sia necessario portare immediatamente un contributo alla produzione industriale in modo che si adegui il più velocemente possibile anche al principio di ecosostenibilità dello sviluppo. Aderisco soprattutto perchè credo che sarete voi, poeti e teatranti, attori e scrittori, registi e musicisti, che potrete dare un grande contributo a tutti coloro che in altri campi, magari nei retroscena polverosi delle metropoli, silenziosamente e! d in completa solitudine tentano di resistere e di opporsi al di là della destra e della sinistra, per ritrovare una rotta, per non perdersi, per credere ancora in un futuro possibile.